HYPERLOOP e trasporti ultraveloci: il sogno è finito

A fine 2023, ormai è confermato, Hyperloop One chiuderà: dovremo dire addio, almeno per il momento, al treno proiettile del futuro.

Nata come nel 2014 con il nome di Hyperloop Technologies, qusta startup aveva un obbiettivo ambizioso e molto difficile da raggiungere: prometteva di trasportare persone e merci attraverso tubi senz’aria a 1000 km orari.

Con questa idea che catturò l’attenzione di investitori da tutto il mondo, ottenne finanziamenti per circa 450 milioni di Dollari.

L’ideatore di questo “quinto metodo di trasporto”, come lo chiama lui, è stato Elon Musk, che ha teorizzato la creazione di capsule di alluminio aerodinamiche – piene di passeggeri o merci – che potrebbero essere spinte a velocità eccezionali attraverso un sistema di enormi tubi metallici sigillati, a bassa pressione, raggiungendo i 1200 km orari, per coprire lunghe distanze in breve tempo. I tubi, sollevati su tralicci interrati sotto terra, potrebbero collegare le città e cambiare il modo in cui viaggiamo, lavoriamo e spostiamo merci.
Si sognava di viaggiare da Los Angeles a San Francisco in soli 30 minuti, o addirittura di collegare Europa e Cina per trasferire merci in un solo giorno da un punto all’altro.

Il primo (e unico test) con passeggeri umani venne condotto su un percorso di prova allestito nel deserto del Nevada a fine 2020, ma la velocità massima raggiunta dalla capsula fu solo di 160 km/h, ben al di sotto di quanto promesso.

Negli anni la società ha cambiato nome (diventando Hyperloop One nel 2016 e successivamente Virgin Hyperloop) e strategia, accantonando infatti nel 2022 l’idea del trasporto di persone, concentrandosi solo su quello di merci.
Ciò non è servito, anzi: il sogno si è ufficialmente infranto ed entro la fine del 2023 l’azienda cercherà di vendere tutti gli assets in suo possesso – macchinari, piste di prova, edifici – e tutti i dipendenti verranno licenziati (erano oltre 200 a inizio 2022).
Le proprietà intellettuali passeranno all’azionista di maggioranza: la multinazionale DP World (il principale operatore portuale di Dubai).

La storia di Hyperloop termina senza aver mai firmato alcun contatto per la realizzazione di una tratta reale, ma il suo fallimento non farà calare definitivamente il sipario su questa tecnologia.

L’idea del trasporto ultraveloce su terra attraverso tubi viene portata avanti da altre società (come Hardt Hyperloop, Hyperloop Transportation Technologies e Swisspod Technologies), sebbene nessuna di loro al momento sia andata oltre la realizzazione di prototipi.

Negli scorsi anni, sembrava che Hyperloop potesse approdare anche in Italia, per collegare nord e sud o per creare un binario tra Roma e Milano percorribile in soli 30 minuti, ma sembra proprio che dovremo pazientare ancora a lungo prima che si arrivi a questa rivoluzione nel sistema dei trasporti pubblici.