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I tanti (e impensabili) utilizzi dell’AirTag Apple

Nel 2021 Apple ha proposto al mondo il suo AirTag, uno degli strumenti tecnologici più utili lanciati di recente sul mercato. Lo conoscono in moltissimi: si tratta di un tracker bluetooth, leggerissimo e poco più grande di una moneta da 2 €, che consente di essere sempre localizzato grazie alla rete “Dov’è” di Apple.
Il dispositivo può essere applicato agli oggetti che non si voglio perdere o in generale a tutto ciò che si vuol tenere sotto controllo (chiavi, portafogli, automobili, scooter, monopattini, fotocamere, valigie o zaini, etc).
E’ dotato di una batteria al litio non ricaricabile: una volta esaurita, si può sostituire con facilità.
La configurazione è semplicissima: avvicinando l’AirTag al proprio iPhone o iPad, questi lo riconosceranno, e si potrà registrarlo sul proprio account Apple.



SICUREZZA, PRIVACY e FUNZIONE ANTI-STALKING

La comparsa di questi accessori aveva generato la preoccupazione che potessero essere utilizzati in modi illeciti o violare la privacy degli utenti.
Apple ha però prontamente spiegato che gli AirTag non salvano i dati sulle posizioni in cui si sono trovati nel tempo. Solo chi possiede quello specifico AirTag può accedere a tali dati, e solo impostando la modalità “smarrito” è possibile leggerli. Apple stessa non conosce la posizioni dei dispositivi.

Impensieriva anche l’idea che qualcuno potesse controllare la posizione di una persona, applicandole in qualche modo un AirTag senza che questa se ne accorgesse. E’ nata così la funzione Anti-Stalking.
Se avessimo addosso un AirTag non abbinato ai nostri dispositivi (nè a dispositivi nelle immediate vicinanze), riceveremmo una notifica sull’iPhone che informa “un AirTag si sta muovendo con te“.
Cliccando sul pop-up lo si farà suonare, per individuarlo.


STRANI UTILIZZI e STORIE A LIETO FINE

– Nel Maggio 2022 degli agenti di frontiera americani hanno intercettato un pacco proveniente dalla Cina contenente una pressa per pillole e coloranti. Sospettando fosse diretto ad uno spacciatore, hanno informato la DEA che ha inserito un AirTag nel pacco stesso per tracciarne i movimenti. Il tracker ha così individuato la posizione degli individui sospettati di produzione di droghe.

– In California il cane Seamus, un Pastore Australiano di un anno, era finito in una caditoia durante una passeggiata col suo padrone. In quel momento il flusso delle acque piovane raccolte dalla caditoia, che doveva convogliarle nel sistema fognario, era impetuoso. Seamus rischiava di rimare intrappolato. Grazie all’AirTag che aveva attaccato al collare, i Vigili del Fuoco lo hanno recuperato sano e salvo.

– Un’attivista ambientale di Houston ha inserito degli AirTag in sacchetti di plastica per verificare la reale efficacia del sistema di riciclo della sua città. Voleva seguire il percorso dei rifiuti per capire se venissero trattati correttamente. In effetti 9 sacchi su 12 sono andati in un impianto che ricicla solo carta, e che non ha ancora ottenuto i permessi per riciclare plastica. Si sono così scoperte montagne di plastica giacenti dal 2022, senza essere ancora riciclate.

– Un AirTag ha visitato 37 città. Il suo proprietario lo aveva attaccato ad una valigia imbarcata su un volo dell’Alaska Airlines, ma deve essersi staccato accidentalmente, rimanendo nello spazio di carico dell’aereo. Questo effettua circa 5 voli al giorno, portando costantemente in gita il tracker.




Guasto informatico globale: servizi in tilt in tutto il mondo

Oggi, 19 luglio 2024, è in corso un problema a livello mondiale sui sistemi informatici: aeroporti bloccati, borse nel caos, banche, media e servizi di emergenza in affanno.
Il sito Downdetector ha registrato innumerevoli segnalazioni da tutto il mondo riguardanti disservizi informatici su larga scala.

Il problema coinvolge le piattaforme Microsoft e riguarda i dispositivi Windows a causa di un aggiornamento di una piattaforma software di parti terze.
Nello specifico il problema è sorto da un errore di aggiornamento del software di cybersicurezza CrowdStrike (un software progettato per prevenire attacchi informatici), usato da molte aziende ed amministrazioni, e che, per un errore di configurazione, non si sta aggiornando correttamente.
L’aggiornamento del software in questione sta bloccando i computer in tutto il mondo. Molti PC Windows sono bloccati facendo visualizzare una schermata blu senza riuscire a riavviarsi, altri utenti non riescono ad accedere alle varie app e servizi di Microsoft 365.
Non si tratta dunque di un attacco hacker.


COSA ACCADE NEL MONDO

In Italia i problemi hanno coinvolto Ryanair, Poste Mobile, Microsoft, WizzAir, Poste Italiane ed altri.
A Milano l’indice Ftse Mib di Piazza Affari è stato calcolato in ritardo, ma la Borsa Italiana ha precisato che le attività di negoziazione sui propri mercati hanno aperto e funzionano regolarmente. Ovviamente le compagnie aeree europee stanno registrando importanti cali in Borsa, dopo che il guasto informatico ha mandato il tilt il traffico aereo.

Nel Regno Unito il più grande operatore ferroviario del Paese è alle prese con ritardi e cancellazioni. Voli e due banche bloccati. Anche la Borsa di Londra, colpita da problemi tecnici, ha aperto in ritardo.
Il canale Sky News non riesce a trasmettere, dunque le dirette di questa mattina non sono andate in onda.

In USA le compagnie aeree hanno imposto uno stop globale per tutti i voli da loro operati. Quelli attualmente in viaggio proseguiranno fino a destinazione, ma per ora non decolleranno altri voli. Sono stati colpiti anche i servizi di emergenza come alcuni pronto soccorsi.

In Israele i problemi informatici hanno colpito anche alcuni ospedali, il servizio postale e i media.

In Australia i telefoni sono fuori servizio e ci sono state interruzioni su emittenti, banche e telecomunicazioni.

Questi sono solo alcuni dei Paesi colpiti dai disagi. I disagi negli aeroporti colpiscono infatti tutto il mondo.
La cosa non poteva capitare in un momento peggiore per passeggeri e compagnie aeree: cioè in un venerdì di luglio, quando milioni di persone desiderano partire per le vacanze (in Europa erano previsti più di 30.000 decolli).
Di problemi ne stanno subendo poi anche McDonald’s, Amazon, VISA e tanti altri.


LA SOLUZIONE

Microsoft ha affermato di aver adottato “azioni di mitigazione” dopo le interruzioni del servizio.
Sembra intanto che sia stata trovata la soluzione al problema e che sia stato risolto, ma per alcuni sistemi che non si ripristinano in modo automatico potrebbe volerci un po’ di tempo.
Dopo quasi 1.400 voli cancellati nel mondo, le compagnie aeree Usa riprendono voli, ma permangono i ritardi.
Il Ceo CrowdStrike nel frattempo si è scusato per gli innumerevoli disagi che hanno coinvolto milioni di persone.




X (ex Twitter) nasconde tutti i Like

I LIKE DIVENTANO PRIVATI

X, la piattaforma che una volta si chiamava Twitter, continua a trasformarsi.
Dopo il cambio di nome voluto da Elon Musk, arriva una ulteriore novità: i “Mi piacedi tutti gli utenti saranno nascosti, diventando privati per impostazione predefinita.
Questa nuova funzionalità – disponibile a breve sul social – permetterà comunque al proprietario dell’account di vedere la scheda dei Mi piace ricevuti sui propri post (“I tuoi Mi piace sono privati. Solo tu puoi vederli”). Semplicemente non si potranno più vedere le persone a cui è piaciuto un contenuto postato da qualcun’altro, visto che la scheda dei Likes sarà eliminata di default.



RAFFORZARE LA PRIVACY

Questo cambiamento così rivoluzionario è stato fortemente voluto da Elon Musk.
Per lui è fondamentale non essere attaccati per le proprie scelte, per i propri pareri: “È importante consentire alle persone di mettere ‘Mi piace’ ai post senza essere attaccate per averlo fatto“.
Visto che molte persone si sentono scoraggiate ad apprezzare alcuni contenuti diventa necessario proteggere l’immagine pubblica degli utenti.
E’ già successo in passato che personaggi pubblici siano stati criticati per aver messo il mi piace a post con contenuti controversi o non “politically correct”.
Così Musk vuole dare maggior tutela alla privacy degli utenti, permettendo di mettere Like senza preoccuparsi di chi potrebbe accorgersi della cosa, senza temere ritorsioni o polemiche.



L’ABBONAMENTO PREMIUM

L’opzione dei mi piace nascosti era in verità già attiva da fine 2023 per chi aveva sottoscritto un abbonamento premium a X. In effetti rendendola disponibile per tutti gli utenti, abbonati e non, si va ad eliminare uno dei motivi per cui abbonarsi.
E bisogna tenere in conto che già lo scorso anno X aveva registrato un a perdita del 50% delle entrate.

Ad ogni modo Musk ha sempre espresso dubbi sull’utilità del pulsanti ‘like’ e ‘repost’ su X: li considera poco importanti ai fini della “viralità” dei social. Il proprietario della piattaforma sembra voler dare più risalto alle visualizzazioni dei post, (chiamate ‘impressions‘). Anzi, sembra che alla fine dello scorso anno, Musk abbia detto ai programmatori della piattaforma di voler eliminare del tutto i pulsanti delle azioni sui “tweet”.

HUMANE AI PIN: l’IA da taschino poco intelligente

LE INTRIGANTI PREMESSE

Al Mobile World Congress 2024 la start-up Humane ha presentato un nuovo curioso oggetto tech basato su Intelligenza Artificiale che promette di essere rivoluzionario: la Humane AI Pin, che vuole sostituirsi agli smartphone modificando le nostre abitudini d’uso dei device.
Il “Pin” è una piccola spilla senza schermo che si potrà indossare nel quotidiano agganciata magneticamente ai vestiti (o ad altre superfici). E’ dotata di una fotocamera che può scansionare l’ambiente circostante e di un proiettore laser che mostra sul palmo della mano le interfacce con cui interagire. Ha altoparlante e microfono, dunque si governa attraverso comandi vocali e gesti.
Avendo incorporata l’IA GPT-4 di OpenAI, questo assistente personale indossabile offre le funzionalità di riconoscimento vocale, la traduzione, la generazione di immagini, fare telefonate etc.


RECENSIONI DELUDENTI

Sono state inviate diverse unità di prova ad influencer e giornalisti del settore che però hanno dato unanimi pareri estremamente negativi: sembra che il dispositivo sia molto limitato e poco funzionale.
Il suo utilizzo quotidiano risulta frustrante: è troppo ingombrante, si surriscalda (e quindi si disattiva), il proiettore funziona male ed è illeggibile al sole. E’ un incubo interagire con voce e gesti: per attivare il WiFi bisogna navigare in mezzo alle impostazioni con gesti e dettature quasi impossibili. Sembra anche incapace di svolgere anche le funzioni di base e non fornisce risposte accurate (sbaglia anche nella semplice lettura del meteo). Altre sono proprio assenti, come la sveglia, il timer e il calendario.
Il dispositivo è anche troppo lento: ogni comando deve passare per i server di Humane, cosa che richiede anche 10 secondi. Dover attendere per ogni operazione è una grossa pecca in un mondo in cui siamo abituati ad avere risposte immediate. Inoltre metà delle volte non fornisce proprio risposta perché il sistema chiede di attendere all’infinito.
Altri problemi a livello di hardware li ha la batteria che dura solo 60-90 minuti, l’interfaccia è scomoda e la plastica economica… il tutto per la pazzesca cifra di 700$ (a cui aggiungere 24$ di abbonamento mensile)!


RABBIT R1

Humane AI Pin ha un agguerrito concorrente: Rabbit R1, altro curioso gadget basato sull’IA.
E’ un piccolo dispositivo rosso/arancio tascabile (ma non indossabile) quadrato con display touchscreen e sensori che, altrettanto, si propone come assistente personale. Ha una rotella per lo scorrimento analogico, fotocamera da 8 MP, supporta la connessione WiFi, il GPS e la batteria promette di durare tutto il giorno.
Non ha app al suo interno (non permette di vedere film o giocare) ma può svolgere compiti considerati noiosi (chiamare un taxi, prenotare un ristorante, acquistare biglietti aerei o aggiungere brani alle playlist, etc).
Il costo è inferiore: 200 $, senza abbonamenti. Anche per questo ne sono già state vendute in preordine 100.000 unità.
Purtroppo l’Italiano non è tra le lingue impostabili, cosa che rende Rabbit R1 inutilizzabile per chi non conosce l’inglese.
Anche qui fioccano le critiche: sembra essere una normale app che potrebbe funzionare su smartphone, venduta però con un hardware, come fosse un dispositivo a sé stante.


DEVICE ANCORA ACERBI

Sebbene l’idea alla loro base sia originale e interessante, è diffusa la sensazione che entrambi i device non prenderanno piede, rimanendo intriganti oggetti “di passaggio”, peraltro partiti davvero male.
Sono stati lanciati troppo frettolosamente, forse per paura di quel che potrebbero produrre Apple e Google.
L’unica speranza che hanno è di venire migliorati con successivi aggiornamenti, ma difficilmente riusciranno a soppiantare gli smartphone: tutte le loro funzioni, ad oggi, possono essere fatte meglio e più efficacemente tramite cellulare.


TikTok: anche l’Europa potrebbe bannare l’app

Il social TikTok rischia di essere bannato anche in Europa.
Ursula Von Der Leyen, durante un dibattito con i candidati alle prossime elezioni europee, ha affermato che non è escluso il ban in UE della nota piattaforma, rimarcando il fatto che “la Commissione Europea è stata la prima istituzione al mondo a vietarlo sui cellulari dei suoi funzionari” in quanto “conosciamo la sua pericolosità“.
Certo, estendere il divieto all’intera popolazione europea rappresenterebbe una forte presa di posizione anche nei confronti della Cina: sono attualissimi i dubbi sulla sicurezza dell’applicazione, accusata di condividere i dati degli utenti con il governo di Pechino.

L’azienda sviluppatrice di TikTok ha risposto però che «Tali timori sono infondati e basati su convinzioni errate. TikTok è pronta a investire 12 miliardi di euro nel prossimo decennio nel Progetto Clover, un’iniziativa all’avanguardia per rafforzare ulteriormente la sicurezza dei dati. Il nostro primo data center irlandese è attivo, esperti leader nella cybersecurity sono stati nominati provider indipendenti per la sicurezza e hanno iniziato il loro lavoro per fornire controlli e verifiche autonomi rispetto al nostro approccio»>.

Ricordiamo che poche settimane fa Bruxelles ha preteso spiegazioni da TikTokLite circa la funzione delle ricompense per gli utenti in cambio del loro tempo speso a visualizzare video. E’ forte la preoccupazione per la salute mentale degli utenti e per la possibilità che questi sviluppino una dipendenza.
L’ipotesi di un ban, dunque, sempre sia abbastanza concreta: un duro colpo per la nota piattaforma di video.


TIK TOK E GLI USA

TikTok è già vietata in diversi Paesi come India (dal 2020), Iran, Nepal, Senegal, Somalia etc, e gli USA potrebbero essere i prossimi. La Camera deli Stati Uniti ha votato per vietare il social sul territorio degli USA se non verrà venduto a una società americana, sempre per via del timore che le informazioni degli utenti americani (170 milioni di persone) vengano condivise col governo cinese.
ByteDance, l’azienda sviluppatrice dell’app nega fermamente e sostiene che TikTok non sia in vendita: il suo algoritmo è troppo importante per essere venduto.

Ad ogni modo potrebbero passare anche diversi anni prima che il bando entri in vigore: sicuramente ByteDance avvierà una battaglia legale per violazione della libertà di espressione che dovrà molto probabilmente passare tutti i gradi di giudizio.

TikTok-Lite: l’Europa contro l’app che paga gli utenti per vedere video

Sono tantissime le persone che trascorrono ore su TikTok, scrollando sullo schermo per guardare video.
Non tutti sanno però che nel 2023 è stata rilasciata una versione alternativa del famoso social: TikTok-Lite, per il momento disponibile solo in Giappone, Corea del Sud, Francia e Spagna (non si sa se arriverà mai in Italia).
Si differenzia dall’app standard per essere più leggera (occupando solo 30 MB di memoria dello smartphone, contro gli 80 MB della versione tradizionale) e consumando meno dati.
Non solo: Lite PAGA gli utenti per rimanere connessi.

Potrai prendere parte a varie attività entusiasmanti che ti consentiranno di accumulare punti che potranno essere scambiati con premi” è la descrizione che si legge sull’app.

Sostanzialmente gli utenti otterranno punti accedendo quotidianamente, guardando video per 1 ora (cosa che genera un guadagno di 0,36 €), oppure mettendo like, seguendo determinati account o invitando gli amici ad iscriversi.
I punti accumulati sono convertibili in buoni Amazon, carte regalo PayPal o in valuta spendibile durante le live di TikTok.


L’ULTIMATUM DELLA COMMISSIONE EUROPEA

Come è intuibile, nulla è veramente regalato, specialmente nell’era digitale: questa strategia che dà ricompense per il tempo trascorso davanti allo schermo serve probabilmente per carpire i dati degli utenti.

La Commissione Europea ha avviato un’indagine su questa iniziativa, temendo per la salute mentale dei più giovani: spingere gli utenti a trascorrere sempre più tempo sulla piattaforma sfruttando le loro debolezze (cosa incentivata sia dai premi che dall’algoritmo dell’app) potrebbe creare una dipendenza da questo social.
Questa dinamica appare “tossica” e gli spiccioli elargiti come ricompensa sono paragonabili alle sigarette leggere, che portano comunque a dipendenza e tossicità.

L’Europa ha imposto a ByteDance, la società creatrice dell’app, di fornire maggiori dettagli riguardo a questa iniziativa, chiedendo rassicurazioni sul potenziale impatto sulla sicurezza e sulla salute mentale degli utenti, soprattutto dei minori, come richiesto dal regolamento europeo DSA (Digital Services Act).
TikTok-Lite ha 24 ore di tempo per rispondere alle domande sulla valutazione dei rischi.



LA DIFESA DI TIKTOK-LITE

La versione semplificata di TikTok si è difesa sottolineando che il sistema di premi è riservato agli utenti maggiorenni (la verifica dell’età avviene tramite selfie con documento d’identità o o autorizzazione della carta di credito), e che il premio massimo ottenibile tramite visualizzazione di video è limitato ad 1 ora di tempo. Dopo 1 ora al giorno, cioè, non si possono più guadagnare punti tramite visualizzazioni, ma solo attraverso like, etc.

Le autorità europee però non gradiscono il fatto che i punti si possano guadagnare solo visualizzando i video suggeriti dal feed e non attraverso video cercati specificamente.

APPLE CAR: progetto al capolinea

Se a inizio anno si pensava che l’auto elettrica di Apple, soprannominata Apple Car, sarebbe stata realizzata entro il 2028, ora le notizie vanno decisamente controcorrente: la mela morsicata ha fermato ufficialmente il progetto con una nota interna di fine febbraio.

Project Titan, questo il vero nome del progetto, avrebbe dovuto realizzare un’auto elettrica rivoluzionaria, con guida autonoma, a zero emissioni e totalmente connessa, interfacciata anche con il visore Vision Pro, che potesse competere con Tesla e circolare sulle strade americane nel giro di qualche anno.

L’ambizioso programma, durato 10 anni e costato miliardi di dollari in ricerca, ha portato alla costruzione di diversi prototipi che nel 2023 han percorso 70.000 km. Tuttavia dopo aver subito diversi cambi tra i dirigenti, ed esser stato chiuso e riaperto molte volte nel corso del tempo, ora viene definitivamente abbandonato, forse anche per via delle recenti difficoltà nel mercato delle auto elettriche, in rallentamento negli ultimi mesi.

Sembra che nel 2024 e oltre Apple voglia puntare sull’Intelligenza Artificiale generativa: un settore dall’enorme potenziale e che diventerà una priorità per l’azienda. I fondi per il Project Titan e i 2.000 dipendenti al lavoro sulla vettura verranno spostati nel settore AI. Arricchendo questo secondo team, Apple cercherà di restare al passo con i suoi concorrenti: Google con Gemini, Microsoft con ChatGPT, ma anche Samsung e Amazon.

In effetti sembra che la scelta di Tim Cook, amministratore delegato dell’azienda di Cupertino, sia piaciuta agli investitori: le azioni di Apple sono infatti cresciute dell’8%.

Avremo più notizie su un’eventuale intelligenza artificiale integrata nei prodotti Apple in Giugno o con l’uscita di iOS 18 e dei nuovi iPhone, questo settembre.



AI ACT APPROVATO: la prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale è Europea

Il 13 marzo 2024 l’AI Act ha completato i passaggi dell’iter legislativo europeo ed è stato approvato con 523 voti favorevoli (e 95 tra contrari e astenuti). Ne avevamo già parlato qui, quando ne era stato approvato il testo, che a breve verrà tradotto in 24 lingue.
La giornata è storica: gli stati Membri dell’Unione sono i primi al mondo a essersi dotati di una legge in materia di IA.

Si tratta di una legge piuttosto complessa contenente le linee guida che gli sviluppatori di sistemi di intelligenza artificiale dovranno necessariamente seguire per vendere i propri strumenti in Europa (o il cui uso riguardi persone situate nell’Unione).

L’obiettivo del Regolamento è quello di proteggere la sicurezza, i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale dai sistemi di IA ad alto rischio, promuovendo però al contempo l’innovazione.
Sostanzialmente farà sì che l’essere umano sia al centro dello sviluppo delle IA e mantenga il pieno controllo della tecnologia, rendendo inoltre l’Europa una leader in materia.

Il testo prevede 4 categorie di rischi che le IA potrebbero far sorgere sui diritti dei cittadini e detta obblighi e divieti per proteggerli, come abbiamo visto nel nostro precedente articolo.
Tra le applicazioni di IA che sono state vietate, in quanto minacciano i diritti fondamentali dell’uomo, troviamo i sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili, l’estrapolazione indiscriminata di immagini facciali da internet o dalle registrazioni di telecamere per creare banche dati di riconoscimento facciale. Saranno fuori legge i sistemi di riconoscimento delle emozioni sul luogo di lavoro e nelle scuole, o le pratiche di polizia predittiva.

La nuova legge si applicherà a soggetti pubblici e privati, e dà anche agli utilizzatori o acquirenti l’onere di assicurarsi che il prodotto comprato sia conforme alle norme europee.



SETAPP: il primo app store alternativo per iOS

Con l’entrata in vigore del Digital Markets Act (DMA) – il regolamento UE che impone ad Apple di consentire all’interno dell’Unione Europea la creazione di store alternativi al suo App Store – gli sviluppatori potranno pubblicare i propri store di terze parti anche su iOS.

Si tratta di una svolta per l’industria del software.
Il primo nuovo ecosistema di app per iOS sarà Setapp dell’azienda MacPaw di Kiev, disponibile da Aprile 2024.

Questa novità ha entusiasmato gli utenti che potranno disporre di una più ampia selezione di app di qualità e avranno una gran possibilità di scelta vista la maggior offerta di applicazioni.
Gli sviluppatori di app in vendita su Setapp, dal canto loro, raggiungeranno un pubblico più vasto e diversificato e prenderanno una percentuale sui download delle proprie applicazioni.


Pagando un abbonamento mensile (il cui prezzo però non è ancora noto) avranno accesso illimitato ad un catalogo di app suddivise per categorie come strumenti di produttività e business, software di progettazione, utility, strumenti professionali o software creativi e di design.

Ad ogni modo MacPaw ha dovuto rispettare precise regole imposte da Apple per lanciare la sua nuova piattaforma che garantisce applicazioni premium, prive di pubblicità e con aggiornamenti sempre gratuiti.

Setapp non è una assoluta novità: esiste già, infatti, per Mac, sempre ad abbonamento mensile, con 240 app, ma ora approderà anche su dispositivi iOS, non appena avverrà il rilascio di iOS 17.4, la prima versione del sistema operativo di Apple con supporto ai marketplace alternativi.



Per il Giubileo del 2025 i taxi voleranno

UrbanV*, startup nata per progettare e costruire reti di vertiporti su scala globale, procede nel suo progetto di creare proprio a Roma il primo servizio di aerotaxi d’Italia e del mondo.

I velivoli chiamati eVTOL (“electric vertical take-off and landing” ovvero “aerei elettrici a decollo ed atterraggio verticale“) sono ibridi a metà tra un drone e un piccolo elicottero e possono decollare e atterrare verticalmente senza necessitare di una pista.
Nei pressi dell’aeroporto di fiumicino sorge già il primo vertiporto: si tratta di una infrastruttura estesa su 5.500 mq, che sarà dedicata alle operazioni di atterraggio e decollo, parcheggio, hangar, uffici, magazzino e ricarica delle batterie.
Ad ottobre 2022 è stato effettuato proprio lì il primo test: il Volocopter, guidato da un pilota a bordo, è rimasto in volo per cinque minuti a 40 metri di altezza viaggiando alla velocità di 40 km orari, trasportando anche un passeggero ed una valigia.

Carlo Tursi, amministratore delegato di UrbanV riferisce che l’obiettivo è rendere Roma la prima città al mondo con questa nuova forma di mobilità.

Ci aspettiamo dunque una rivoluzione per il piano trasporti: i taxi volanti dovrebbero essere pronti per viaggiare nei cieli della capitale entro la fine del 2024 e la prima tratta servirà per collegare Fiumicino al centro della città.
Dal 2026 Roma avrà una vera e propria rete di veritporti, in quanto ne verranno realizzati 10.

Ma la capitale italiana è solo il primo progetto: la vera sfida sarà integrare questi nuovi velivoli in tutti gli aeroporti e nel traffico già esistente nello spazio aereo. Ciò sarà possibile con la collaborazione con gli enti regolatori, come ENAV (società che gestisce il traffico aereo civile nazionale) e ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) che si occuperanno di regolamentare di questa nuova forma di mobilità.

Gli eVTOL, proponendosi come alternative ai mezzi di trasporto tradizionali, alleggeriranno il traffico nelle grandi città. Collegheranno le maggiori stazioni di transito ai centri, permettendo di raggiungere le principali mete turistiche in modo rapido e sostenibile.
Sono già in programma reti di vertiporti a Venezia, Bologna e sulla Costa Azzurra francese e si spera di espandere questo modello anche nel resto dell’Europa e del mondo.

Sembra un film di fantascienza, eppure è la realtà.
I taxi aerei sono pronti per scardinare la tradizionale idea di mobilità urbana.


*azienda costituita da Aeroporti di Roma, Save (gruppo Aeroporto del Nord Est), Aeroports de la Côte d’Azur e Aeroporto di Bologna.