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Le ultime novità di Google e Chat GPT

GENERATORE DI IMMAGINI – GOOGLE GEMINI

Google ha di recente introdotto diverse interessanti novità.

Da qualche giorno ha reso disponibile per tutti, gratuitamente, la funzione per generare le immagini con Google Gemini.
Chiunque nel mondo abbia un account Google può già utilizzare questa feature, anche dall’Italia.
Basterà andare all’indirizzo https://gemini.google.com/app e chiedere in italiano al chatbot – che utilizza il modello “Imagen 3” – di generare un’immagine. Questa apparirà in pochi secondi e con una risoluzione decisamente migliore di quelle generate da altri modelli come Dall-E, ChatGPT o Microsoft Copilot. Non c’è limite di utilizzo, anche se per il momento non è possibile creare immagini di persone, se non viste da lontano o di spalle. Questa restrizione è dovuta al fatto che mesi fa Gemini restituiva risultati “con allucinazioni”, paradossali, a causa degli ideali di inclusione di donne e minoranze etniche (per esempio, Gemini disegnava il papa come donna nativoamericana senza che fosse stato chiesto nel prompt).
La restrizione dunque nasce per evitare questi inconvenienti finché il modello non sarà migliorato.


RICONOSCIMENTO DI IMMAGINI GENERATE DALL’IA – GOOGLE PHOTO

Parallelamente alla possibilità di generare immagini, a breve sarà possibile riconoscere le immagini generate o manipolate dall’intelligenza artificiale grazie a Google Photo.

Si tratta di una grande sfida, visto quanto sono realistiche le immagini che oggi le IA riescono a creare.
Sembra che si potrà identificare quale specifico modello IA è stato utilizzato per generare l’immagine o capire se una foto è stata solo corretta o migliorata dall’IA.
Resta da vedere quanto questa funzione sarà efficace, considerando la rapida evoluzione delle tecnologie di generazione di immagini.



IL MOTORE DI RICERCA DI CHAT GPT

Ma non è solo Google ad avere delle novità: Chat GPT, anzi, si prepara a sfidare Google, con il suo motore di ricerca.
Probabilmente sarà all’indirizzo search.chatgpt.com che si potranno fare ricerche online, potenziate e aiutate dall’IA.
Ad ogni modo si prevede che le IA non affosseranno Google: la stragrande maggioranza di quello che le persone cercano su Google è il nome del sito a cui vogliono accedere (es: Amazon, Gmail, Facebook, etc). Per questo tipo di ricerche “di navigazione” la velocità e l’efficienza di Google sono inarrivabili per qualsiasi IA.
Lo stesso vale per le ricerche “informative” (es: il meteo di domani, com’è finita la partita, che ore sono, quanti anni ha un attore).
E’ solo nelle ricerche “esplorative” che le IA sono forti (es: cosa vedere a Milano, come attaccare un bottone, quali sono i migliori romanzi gialli), ma sono una piccola percentuale di quel che la gente chiede davvero.




COPILOT: l’I.A. entra in Microsoft


COSA SARA’ COPILOT

Il 23 maggio 2023 Microsoft ha presentato sul suo blog ufficiale* Copilot, un nuovo strumento che sfrutta l’intelligenza artificiale, integrato in un sistema operativo per la prima volta in assoluto.
Ciò significa che l’IA potrà essere utilizzata con tutte le app e non solo con quelle di Microsoft, snellendo enormemente il lavoro a computer ed aumentando la produttività, rendendo così possibile “fare tutto su Windows”.

Sarà appunto un copilota capace di svolgere compiti in autonomia, semplificando il lavoro e lasciando all’operatore più libertà per i compiti davvero importanti.
L’interesse per l’aumento delle prestazioni lavorative grazie alle IA è il trend del momento.

In concreto, si presenterà come una nuova icona nella barra del menu Start, di forma molto simile a quella del logo di OpenAI (l’azienda che sviluppa ChatGPT), ma blu, colore tipico di Windows 11.
Microsoft ha infatti creduto in OpenAi da subito, diventando sua partner ed investendo enormemente su di lei (10 miliardi di dollari) ed integrandola nel suo business.
Quando l’utente cliccherà sull’icona, apparirà una sidebar sulla destra dello schermo con il chatbot (il copilota) che eseguirà comandi e darà risposte all’utente sotto forma di dialogo.
Sarà un vero e proprio strumento per la produttività, disponibile sin dall’avvio, sempre pronto a entrare in azione. L’assistente digitale rimarrà disponibile nella barra laterale anche quando ci si muove tra cartelle, software, applicazioni, finestre e utilità, per fornire informazioni immediatamente ed in maniera colloquiale.
Essendo integrato a livello di sistema, garantisce un’esperienza lineare: l’utente potrà fare ogni operazione senza uscire dall’interfaccia della chat.
L’IA rivestirà un ruolo sempre più centrale nell’ottimizzazione e nell’arricchimento delle esperienze di ciascuno.



COSA POTRA’ FARE

Copilot potrà fare molte cose: basterà chiedergliele tramite la chat. Per esempio:
– realizzare la bozza di un documento di testo seguendo le indicazioni fornite
riassumere, spiegare o riscrivere un documento: basterà trascinare nella barra un file pdf, word, immagine o screenshot.
– progettare un PowerPoint
rispondere a domande complesse in modo testuale e allegando foto e video
effettuare ricerche in rete (come un normale motore di ricerca) fornendo fonti e contenuti (es: per generare un report, lasciando all’utente solo il compito di correggerlo)
– analizzare dati e produrre grafici su Excel
– organizzare e smistare la posta su Outlook, generare messaggi di risposta coerenti
– agire sulle impostazioni del PC (es: impostare un timer o la modalità scura)
– cercare un brano musicale su Spotify e riprodurlo, anche in base ai nostri gusti e preferenze
– creare un logo per un’attività commerciale – utilizzando Adobe Express – sempre modificabile e inoltrarlo
– prenotare ristoranti che offrono il booking online
– organizzare trasferte e viaggi: specificando la destinazione, Copilot troverà voli e alloggi per le date indicate, verificando anche i fusi orari
– accedere alla cronologia delle ricerche

Copilot si migliorerà costantemente, imparando con il tempo, anche grazie agli aggiornamenti che saranno resi disponibili.



I TEMPI e LA “GARACONTRO GOOGLE

Dopo l’annuncio ufficiale del 23/05 seguiranno test pubblici prima della distribuzione.
Copilot sarà disponibile a tutti gli utenti di Windows 11 a partire da giugno 2023, tramite Windows Update.

Impariamo insieme. Windows Copilot è potenziato dall’AI, quindi sorprese ed errori sono sempre possibili. Assicurati di controllare i fatti e di condividere i feedback affinché possiamo imparare e migliorare!”.

Con questo messaggio Microsoft fa intuire quanto sia importante cavalcare l’onda delle IA generative, anche se la tecnologia non è pronta al 100%.
Portando questo nuovo strumento già in Windows 11, Microsoft ha bruciato le tappe, senza attendere il futuro rilascio di Windows 12, ma arrivare sul mercato prima degli altri è troppo importante.
Il colosso americano sa che ora può raggiungere e superare il monopolio di Google, proponendosi finalmente dopo quasi 20 anni non più come il n. 2, ma come il soggetto da raggiungere.

E’ evidente che nel prossimo futuro potremmo avere un nuovo “collega” in ufficio e scopriremo con il tempo tutte le sue potenzialità, virtualmente infinite.
Siamo solo agli inizi!


*QUI trovate il post di presentazione.


CHAT GPT TORNA IN ITALIA: le novità, la corsa alle I.A., i pericoli

LO SBLOCCO

Lo sanno ormai tutti: ChatGPT è tornato disponibile in Italia.
Dopo il blocco causato dal Garante della Privacy italiano, Open AI ha implementato i controlli e reso il suo chatbot conforme agli obblighi del GDPR, ripristinando il servizio che aveva spento un mese fa. La Privacy Policy risulta infatti aggiornata al 27 aprile (il termine massimo per farlo era il 30 aprile).
Vediamo le nuove funzioni, valide per tutti gli utenti a livello mondiale, introdotte grazie all’intervento italiano.



LE NOVITA’

– Si potrà disattivare la cronologia delle chat. In questo modo le conversazioni NON verranno utilizzate dallo staff per addestrare l’algoritmo.
– OpenAI conserverà le conversazioni per 30 giorni e le esaminerà solo quando necessario, in caso di eventuali abusi, e poi le eliminerà definitivamente.
– Gli utenti potranno esportare i dati salvati su ChatGPT per archiviarli sul proprio computer.
– Entro il 31 maggio verrà introdotto un sistema di verifica dell’età, per bloccare l’accesso agli under 13 (al momento, collegandosi a ChatGPT, l’utente è accolto con un messaggio che avverte del fatto che iniziando una conversazione, si dichiara di essere maggiorenni o di avere più di 13 anni e il consenso dei genitori).
L’informativa sul trattamento dei dati, ben visibile ora nel messaggio di benvenuto, specifica che è possibile che i contenuti che si forniscono siano utilizzati per migliorare i servizi (x es: per allenare i modelli linguistici che alimentano il chatbot).
– Entro il 15 maggio OpenAI dovrà promuovere una campagna di informazione su radio, TV, giornali e web per informare le persone sull’uso dei dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi.
– Nascerà a breve un abbonamento “Business”, con altre funzionalità speciali.



LA CORSA ALLE INTELLIGENZE ARTIFICIALI GENERATIVE

Chat GPT cercherà in tutti i modi di mantenere la sua leadership in quella che è diventata una vera corsa alle I.A. Le BigTech stanno investendo sulle I.A. generative e sta infatti crescendo in modo esponenziale il loro numero.
Ne elenchiamo giusto alcune altre:
BING di Microsoft
BARD di Google (non ancora disponibile al pubblico)
TRUTH GPT di Elon Musk
GALACTICA di Meta
MYAI di Snapchat
GIGACHAT (I.A. Russa)
PERPLEXITY AI (per le ricerche), CHATSONIC (per scrivere blog e post), JASPER (per generare contenuti marketing)



I PERICOLI PER IL MONDO DEL LAVORO

Questa velocissima diffusione delle I.A. avrà nel prossimo futuro impatti significativi sul mondo lavorativo, perchè c’è il timore che possa sostituire molti posti di lavoro.

Nessuno può dirlo con certezza, ma l’esempio di IBM spaventa un po’: il colosso americano infatti ha intenzione di rimpiazzare il 30% dei ruoli di back-office con l’I.A. nei prossimi 5 anni. Non procederà con licenziamenti, ma non sostituirà chi va in pensione o cambia impiego. Si stima che il risultato sarà di 7800 dipendenti in meno.

In generale, i lavoratori a rischio potranno essere gli operai assemblatori (per via del progredire della robotica), i cassieri (a causa dei self-checkout), gli operatori per l’assistenza o di telemarketing (che con i chatbot sempre più “intelligenti” potrebbero non essere più persone in carne e ossa), gli impiegati di banca (con la nascita di piattaforme digitali con alta capacità di “dialogo” col pubblico), i fotografi (l’I.A. riesce a comporre immagini artistiche e a ottimizzare le impostazioni di una fotocamera), gli addetti stampa (le I.A. sono in grado di creare testi, comunicati e mail), ma anche analisti di mercato, tour operator, designer, avvocati, contabili etc.

Rischia meno chi svolge mestieri pratici come artigiani, dottori, chi lavora nell’edilizia, camerieri e cuochi, macellai, etc.

D’altro canto, il cambiamento portato dalle I.A. sarà anche in senso positivo perché grandi sono le loro potenzialità: investendo su formazione e sviluppo di competenze che si adattino a questa evoluzione e integrando i servizi delle I.A. alle proprie mansioni, i lavoratori potrebbero ottimizzare i propri compiti ed essere sollevati dallo svolgimento di parte del lavoro quotidiano (senza perderlo), guadagnando ore di tempo libero.
Aumentando l’efficienza aziendale e la produttività, il PIL globale potrebbe crescere fino al 7% in 10 anni.


Di certo occorrerà prepararsi.
Aziende e lavoratori dovranno riuscire a far propri i tanti servizi AI esistenti e sfruttarli al meglio, applicarli alla vita quotidiana, ma in modo responsabile e rimanendo consci che ciò che viene generato dai chatbot potrebbe non essere corretto.
Le legislazioni dovranno aggiornarsi e disciplinare il settore delle I.A. per evitare contenuti errati, razzisti, fuorvianti, e arginare la disinformazione.
Le aziende produttrici di AI, dal canto loro, cercheranno di far evolvere i loro algoritmi e modelli linguistici.

Insomma, c’è davvero tanta carne sul fuoco!


Il caso ChatGPT


COS’E’ ChatGPT

In CRP Software stiamo seguendo con interesse il caso ChatGPT.

ChatGPT è il più noto software di intelligenza artificiale avanzata, creato dalla società statunitense OpenAI, in grado di simulare conversazioni umane, capace di “pensare” e rispondere esattamente come una persona.

Sebbene sia uno strumento estremamente complesso, si presenta come una normale chat, con una interfaccia minimale che rende l’utilizzo molto semplice, anche per chi non ha particolari competenze informatiche.
Funziona come una vera e propria chat: l’utente pone domande e il chatbot risponde, via via in modo sempre più esaustivo.
Utilizzare ChatGPT può essere un’interessante esperienza: conversare con questa intelligenza artificiale può migliorare la propria conoscenza su svariati argomenti o addirittura può aiutare a lavorare più velocemente (x es: creare contenuti come articoli, post, descrizioni di prodotti, recensioni, fare riassunti, etc).


LE CRITICITA’

Il Garante della Privacy Italiano ha però rilevato il mancato rispetto del regolamento europeo sulla Privacy e sul trattamento e protezione dei dati (GDPR), a causa della mancanza di un’informativa sulla raccolta dei dati personali e l’assenza di una base giuridica per raccoglierli e conservarli.
In sostanza OpenAI potrebbe utilizzare a suo piacimento i dati degli utenti, soprattutto per “addestrare e allenare” ulteriormente il ChatBot, rendendolo più “intelligente” e rapido nel dare risposte e le richieste fatte all’algoritmo potrebbero poi rimanere salvate sui server di OpenAI.
Senza contare che, al momento, il software non effettua controlli sull’età degli utenti (l’accesso avviene tramite autenticazione Microsoft o Google): permettendo quindi anche ai minori di 13 anni di accedere.
Inoltre le informazioni fornite da ChatGPT a volte sono errate: utilizzando fonti non verificate, può dare risposte sbagliate su persone, luoghi, aziende, eventi storici…


QUALCHE ESEMPIO

Qualche esempio concreto per comprendere meglio i pericoli legati alla Privacy:
– I dipendenti di OpenAI possono leggere ciò che si immette in ChatGPT (“Your conversations may be reviewed by our A.I. trainers to improve our systems”). Ecco che SAMSUNG ha subìto una fuga di dati su progetti industriali, perché alcuni suoi lavoratori hanno inserito codici di sicurezza di software aziendali per farli controllare dal ChatBot alla ricerca di eventuali errori. E’ stato anche caricato il video di una riunione, chiedendone all’Intelligenza Artificiale un riassunto scritto.
Questi dati di Samsung, che dovrebbero essere riservati, potrebbero invece rimanere registrati sui server di ChatGPT.

– Possiamo anche immaginare un medico che, per far analizzare un referto o riassumerlo, lo carichi in ChatGPT con nome e cognome del paziente.

– O ancora, pensiamo a un minore che, spinto dalla curiosità, si rivolga a questa chat per avere informazioni su argomenti delicati o pericolosi o fornire dati personali, pensando sia uno spazio privato, ricevendo risposte distorte o inidonee al suo grado di sviluppo e di auto-consapevolezza.


IL BLOCCO E LE CONDIZIONI PER IL RITORNO

Tutto ciò ha indotto OpenAI a disabilitare l’accesso per gli utenti italiani, finché non avrà regolarizzato la propria posizione legale.
Si tratta quindi di una autosospensione del servizio e non di un blocco imposto dal Garante, come spesso si legge.
Sembra inoltre che anche Canada, Germania, Francia e Irlanda stiano avviando istruttorie in tal senso.

Il 4 Aprile 2023 è iniziato il confronto tra OpenAI e il Garante della Privacy Italiano.
L’azienda americana ha confermato la sua volontà di collaborare con l’Autorità ed ha fatto pervenire alcune proposte per rendere il trattamento dei dati degli utenti conforme alla normativa Privacy.
OpenAI avrà fino al 30 Aprile per adempiere alle prescrizioni dettate dal Garante (dovrà essere pubblicata un’informativa privacy chiara, facile da leggere e consultabile prima di procedere alla registrazione) oppure il servizio rimarrà sospeso e potrebbero arrivare multe.
E’ stato sottolineato come non vi sia intenzione di frenare lo sviluppo dell’AI e dell’innovazione tecnologica, ma i dati personali dei cittadini vanno tutelati. Un’operazione di trasparenza sembra davvero indispensabile.

Siamo curiosi di scoprire come finirà la vicenda, rimaniamo sintonizzati!