HUMANE AI PIN: l’IA da taschino poco intelligente

LE INTRIGANTI PREMESSE

Al Mobile World Congress 2024 la start-up Humane ha presentato un nuovo curioso oggetto tech basato su Intelligenza Artificiale che promette di essere rivoluzionario: la Humane AI Pin, che vuole sostituirsi agli smartphone modificando le nostre abitudini d’uso dei device.
Il “Pin” è una piccola spilla senza schermo che si potrà indossare nel quotidiano agganciata magneticamente ai vestiti (o ad altre superfici). E’ dotata di una fotocamera che può scansionare l’ambiente circostante e di un proiettore laser che mostra sul palmo della mano le interfacce con cui interagire. Ha altoparlante e microfono, dunque si governa attraverso comandi vocali e gesti.
Avendo incorporata l’IA GPT-4 di OpenAI, questo assistente personale indossabile offre le funzionalità di riconoscimento vocale, la traduzione, la generazione di immagini, fare telefonate etc.


RECENSIONI DELUDENTI

Sono state inviate diverse unità di prova ad influencer e giornalisti del settore che però hanno dato unanimi pareri estremamente negativi: sembra che il dispositivo sia molto limitato e poco funzionale.
Il suo utilizzo quotidiano risulta frustrante: è troppo ingombrante, si surriscalda (e quindi si disattiva), il proiettore funziona male ed è illeggibile al sole. E’ un incubo interagire con voce e gesti: per attivare il WiFi bisogna navigare in mezzo alle impostazioni con gesti e dettature quasi impossibili. Sembra anche incapace di svolgere anche le funzioni di base e non fornisce risposte accurate (sbaglia anche nella semplice lettura del meteo). Altre sono proprio assenti, come la sveglia, il timer e il calendario.
Il dispositivo è anche troppo lento: ogni comando deve passare per i server di Humane, cosa che richiede anche 10 secondi. Dover attendere per ogni operazione è una grossa pecca in un mondo in cui siamo abituati ad avere risposte immediate. Inoltre metà delle volte non fornisce proprio risposta perché il sistema chiede di attendere all’infinito.
Altri problemi a livello di hardware li ha la batteria che dura solo 60-90 minuti, l’interfaccia è scomoda e la plastica economica… il tutto per la pazzesca cifra di 700$ (a cui aggiungere 24$ di abbonamento mensile)!


RABBIT R1

Humane AI Pin ha un agguerrito concorrente: Rabbit R1, altro curioso gadget basato sull’IA.
E’ un piccolo dispositivo rosso/arancio tascabile (ma non indossabile) quadrato con display touchscreen e sensori che, altrettanto, si propone come assistente personale. Ha una rotella per lo scorrimento analogico, fotocamera da 8 MP, supporta la connessione WiFi, il GPS e la batteria promette di durare tutto il giorno.
Non ha app al suo interno (non permette di vedere film o giocare) ma può svolgere compiti considerati noiosi (chiamare un taxi, prenotare un ristorante, acquistare biglietti aerei o aggiungere brani alle playlist, etc).
Il costo è inferiore: 200 $, senza abbonamenti. Anche per questo ne sono già state vendute in preordine 100.000 unità.
Purtroppo l’Italiano non è tra le lingue impostabili, cosa che rende Rabbit R1 inutilizzabile per chi non conosce l’inglese.
Anche qui fioccano le critiche: sembra essere una normale app che potrebbe funzionare su smartphone, venduta però con un hardware, come fosse un dispositivo a sé stante.


DEVICE ANCORA ACERBI

Sebbene l’idea alla loro base sia originale e interessante, è diffusa la sensazione che entrambi i device non prenderanno piede, rimanendo intriganti oggetti “di passaggio”, peraltro partiti davvero male.
Sono stati lanciati troppo frettolosamente, forse per paura di quel che potrebbero produrre Apple e Google.
L’unica speranza che hanno è di venire migliorati con successivi aggiornamenti, ma difficilmente riusciranno a soppiantare gli smartphone: tutte le loro funzioni, ad oggi, possono essere fatte meglio e più efficacemente tramite cellulare.


TikTok: anche l’Europa potrebbe bannare l’app

Il social TikTok rischia di essere bannato anche in Europa.
Ursula Von Der Leyen, durante un dibattito con i candidati alle prossime elezioni europee, ha affermato che non è escluso il ban in UE della nota piattaforma, rimarcando il fatto che “la Commissione Europea è stata la prima istituzione al mondo a vietarlo sui cellulari dei suoi funzionari” in quanto “conosciamo la sua pericolosità“.
Certo, estendere il divieto all’intera popolazione europea rappresenterebbe una forte presa di posizione anche nei confronti della Cina: sono attualissimi i dubbi sulla sicurezza dell’applicazione, accusata di condividere i dati degli utenti con il governo di Pechino.

L’azienda sviluppatrice di TikTok ha risposto però che «Tali timori sono infondati e basati su convinzioni errate. TikTok è pronta a investire 12 miliardi di euro nel prossimo decennio nel Progetto Clover, un’iniziativa all’avanguardia per rafforzare ulteriormente la sicurezza dei dati. Il nostro primo data center irlandese è attivo, esperti leader nella cybersecurity sono stati nominati provider indipendenti per la sicurezza e hanno iniziato il loro lavoro per fornire controlli e verifiche autonomi rispetto al nostro approccio»>.

Ricordiamo che poche settimane fa Bruxelles ha preteso spiegazioni da TikTokLite circa la funzione delle ricompense per gli utenti in cambio del loro tempo speso a visualizzare video. E’ forte la preoccupazione per la salute mentale degli utenti e per la possibilità che questi sviluppino una dipendenza.
L’ipotesi di un ban, dunque, sempre sia abbastanza concreta: un duro colpo per la nota piattaforma di video.


TIK TOK E GLI USA

TikTok è già vietata in diversi Paesi come India (dal 2020), Iran, Nepal, Senegal, Somalia etc, e gli USA potrebbero essere i prossimi. La Camera deli Stati Uniti ha votato per vietare il social sul territorio degli USA se non verrà venduto a una società americana, sempre per via del timore che le informazioni degli utenti americani (170 milioni di persone) vengano condivise col governo cinese.
ByteDance, l’azienda sviluppatrice dell’app nega fermamente e sostiene che TikTok non sia in vendita: il suo algoritmo è troppo importante per essere venduto.

Ad ogni modo potrebbero passare anche diversi anni prima che il bando entri in vigore: sicuramente ByteDance avvierà una battaglia legale per violazione della libertà di espressione che dovrà molto probabilmente passare tutti i gradi di giudizio.