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Meta rivoluziona l’interazione con il Downvote e EDITS

I social media sono in continua evoluzione, e Meta, sempre all’avanguardia, starebbe per introdurre due novità destinate a cambiare il modo in cui gli utenti interagiscono con i contenuti

Il pulsante di DOWNVOTE: oltre la semplice disapprovazione

Meta sta testando un nuovo pulsante di “downvote” nel suo social Facebook. Questa funzione, però, non va intesa come un “Non Mi Piace”.
Mentre il “Mi piace” esprime apprezzamento, il “downvote” servirà per indicare contenuti percepiti come irrilevanti, fuorvianti o di bassa qualità.

Meta utilizzerà questi feedback per migliorare la qualità dei contenuti visualizzati dagli utenti. Ciò dovrebbe contribuire a ridurre la diffusione di clickbait, disinformazione e contenuti che non rispettano le linee guida della community.

A differenza di altre piattaforme, i downvote su Meta non saranno pubblici, dunque non influenzeranno la visibilità di un post. Il loro scopo è solo quello di permettere a Meta di affinare i propri algoritmi di ranking dei contenuti.

E’ vero che il pulsante di downvote potrebbe venire utilizzato in modo improprio per silenziare opinioni divergenti o per attacchi contro specifici contenuti o creatori, ma vedremo come Meta gestirà i dati raccolti e come evolveranno le sue politiche per prevenire abusi.


EDITS, l’editing video integrato: la creatività a portata di tap

L’altra grande novità riguarda l’introduzione di EDITS, uno strumento di editing video direttamente all’interno delle app di Meta, in particolare su piattaforme come Instagram e Facebook. Questa mossa risponde alla crescente popolarità dei contenuti video brevi e dinamici. Ora gli utenti avranno la possibilità di rifinire le proprie creazioni senza dover ricorrere ad applicazioni esterne.

Le funzionalità di editing includono opzioni per tagliare e unire clip, aggiungere testo, filtri, effetti speciali e musica di sottofondo. Questa integrazione semplifica notevolmente il processo di creazione e condivisione di video coinvolgenti, rendendo la produzione di contenuti accessibile a un pubblico più ampio.

I creatori di contenuti avranno più efficienza e potranno esprimere la propria creatività in modo più completo all’interno del sistema Meta. Gli utenti occasionali, allo stesso modo, potranno creare video di qualità.
Meta vuole assicurarsi così sempre più partecipazione e interazione e continuare a attrarre e fidelizzare utenti.
Questa novità nasce soprattutto per via della competizione con piattaforme rivali come TikTok, che già possiedono strumenti di editing video nativi.



In un mondo digitale in continua evoluzione, l’adattamento e l’innovazione rimangono elementi chiave per il successo, e Meta sembra intenzionata a rimanere protagonista di questo cambiamento.




Dimentichiamoci di Google.it

LA FINE DEI DOMINI NAZIONALI

Google ha da poco annunciato la progressiva chiusura dei suoi domini nazionali, tra cui la versione italiana del motore di ricerca “Google.it“. La cosa coinvolgerà quindi ogni Nazione, Dalla Germania alla Francia al Brasile e così via.
Tutti i domini locali verranno dismessi per lasciare il posto alla versione unica del sito Google.com.
La motivazione principale di questa scelta risiede nella volontà di attuare una riorganizzazione dell’infrastruttura globale di Google che permetta di ridurre i costi legati alla gestione dei numerosi domini nazionali e delle loro specifiche configurazioni, semplificando al contempo il sistema di aggiornamenti e manutenzione.
La transizione avverrà gradualmente nei prossimi mesi.

COSA CAMBIA PER GLI UTENTI?

Dal punto di vista pratico, per gli utenti la ricerca funzionerà come sempre: questa misura non porterà disagi all’esperienza di navigazione. Semplicemente, se proveremo ad accedere al sito italiano di Google verremo reindirizzati alla versione internazionale google.com.
Tuttavia la home page risulterà standardizzata: stesso layout e stessi strumenti per ogni Paese e non ci saranno più contenuti iniziali personalizzati per l’Italia. Ad esempio, la pagina principale di Google News non avrà più più sezioni dedicate ai portali italiani.

La lingua del browser resterà impostata sull’italiano, poiché le ricerche terranno conto della posizione geografica dell’utente da cui si collega l’utente. L’evoluzione dei sistemi di geolocalizzazione ha reso obsolete le suddivisioni nazionali, che erano necessarie quando il colosso tecnologico non aveva ancora raggiunto una diffusione globale così capillare.

Anche i servizi collegati a google.it rimarranno pienamente operativi: Gmail, Maps, Drive, Traduttore e così via: cambierà solo il dominio da cui vi si accederà.
Parallelamente, questa semplificazione del sistema non influenzerà in alcun modo la gestione degli obblighi legali nazionali da parte di Google.




Le ultime novità di Google e Chat GPT

GENERATORE DI IMMAGINI – GOOGLE GEMINI

Google ha di recente introdotto diverse interessanti novità.

Da qualche giorno ha reso disponibile per tutti, gratuitamente, la funzione per generare le immagini con Google Gemini.
Chiunque nel mondo abbia un account Google può già utilizzare questa feature, anche dall’Italia.
Basterà andare all’indirizzo https://gemini.google.com/app e chiedere in italiano al chatbot – che utilizza il modello “Imagen 3” – di generare un’immagine. Questa apparirà in pochi secondi e con una risoluzione decisamente migliore di quelle generate da altri modelli come Dall-E, ChatGPT o Microsoft Copilot. Non c’è limite di utilizzo, anche se per il momento non è possibile creare immagini di persone, se non viste da lontano o di spalle. Questa restrizione è dovuta al fatto che mesi fa Gemini restituiva risultati “con allucinazioni”, paradossali, a causa degli ideali di inclusione di donne e minoranze etniche (per esempio, Gemini disegnava il papa come donna nativoamericana senza che fosse stato chiesto nel prompt).
La restrizione dunque nasce per evitare questi inconvenienti finché il modello non sarà migliorato.


RICONOSCIMENTO DI IMMAGINI GENERATE DALL’IA – GOOGLE PHOTO

Parallelamente alla possibilità di generare immagini, a breve sarà possibile riconoscere le immagini generate o manipolate dall’intelligenza artificiale grazie a Google Photo.

Si tratta di una grande sfida, visto quanto sono realistiche le immagini che oggi le IA riescono a creare.
Sembra che si potrà identificare quale specifico modello IA è stato utilizzato per generare l’immagine o capire se una foto è stata solo corretta o migliorata dall’IA.
Resta da vedere quanto questa funzione sarà efficace, considerando la rapida evoluzione delle tecnologie di generazione di immagini.



IL MOTORE DI RICERCA DI CHAT GPT

Ma non è solo Google ad avere delle novità: Chat GPT, anzi, si prepara a sfidare Google, con il suo motore di ricerca.
Probabilmente sarà all’indirizzo search.chatgpt.com che si potranno fare ricerche online, potenziate e aiutate dall’IA.
Ad ogni modo si prevede che le IA non affosseranno Google: la stragrande maggioranza di quello che le persone cercano su Google è il nome del sito a cui vogliono accedere (es: Amazon, Gmail, Facebook, etc). Per questo tipo di ricerche “di navigazione” la velocità e l’efficienza di Google sono inarrivabili per qualsiasi IA.
Lo stesso vale per le ricerche “informative” (es: il meteo di domani, com’è finita la partita, che ore sono, quanti anni ha un attore).
E’ solo nelle ricerche “esplorative” che le IA sono forti (es: cosa vedere a Milano, come attaccare un bottone, quali sono i migliori romanzi gialli), ma sono una piccola percentuale di quel che la gente chiede davvero.