COPILOT: l’I.A. entra in Microsoft


COSA SARA’ COPILOT

Il 23 maggio 2023 Microsoft ha presentato sul suo blog ufficiale* Copilot, un nuovo strumento che sfrutta l’intelligenza artificiale, integrato in un sistema operativo per la prima volta in assoluto.
Ciò significa che l’IA potrà essere utilizzata con tutte le app e non solo con quelle di Microsoft, snellendo enormemente il lavoro a computer ed aumentando la produttività, rendendo così possibile “fare tutto su Windows”.

Sarà appunto un copilota capace di svolgere compiti in autonomia, semplificando il lavoro e lasciando all’operatore più libertà per i compiti davvero importanti.
L’interesse per l’aumento delle prestazioni lavorative grazie alle IA è il trend del momento.

In concreto, si presenterà come una nuova icona nella barra del menu Start, di forma molto simile a quella del logo di OpenAI (l’azienda che sviluppa ChatGPT), ma blu, colore tipico di Windows 11.
Microsoft ha infatti creduto in OpenAi da subito, diventando sua partner ed investendo enormemente su di lei (10 miliardi di dollari) ed integrandola nel suo business.
Quando l’utente cliccherà sull’icona, apparirà una sidebar sulla destra dello schermo con il chatbot (il copilota) che eseguirà comandi e darà risposte all’utente sotto forma di dialogo.
Sarà un vero e proprio strumento per la produttività, disponibile sin dall’avvio, sempre pronto a entrare in azione. L’assistente digitale rimarrà disponibile nella barra laterale anche quando ci si muove tra cartelle, software, applicazioni, finestre e utilità, per fornire informazioni immediatamente ed in maniera colloquiale.
Essendo integrato a livello di sistema, garantisce un’esperienza lineare: l’utente potrà fare ogni operazione senza uscire dall’interfaccia della chat.
L’IA rivestirà un ruolo sempre più centrale nell’ottimizzazione e nell’arricchimento delle esperienze di ciascuno.



COSA POTRA’ FARE

Copilot potrà fare molte cose: basterà chiedergliele tramite la chat. Per esempio:
– realizzare la bozza di un documento di testo seguendo le indicazioni fornite
riassumere, spiegare o riscrivere un documento: basterà trascinare nella barra un file pdf, word, immagine o screenshot.
– progettare un PowerPoint
rispondere a domande complesse in modo testuale e allegando foto e video
effettuare ricerche in rete (come un normale motore di ricerca) fornendo fonti e contenuti (es: per generare un report, lasciando all’utente solo il compito di correggerlo)
– analizzare dati e produrre grafici su Excel
– organizzare e smistare la posta su Outlook, generare messaggi di risposta coerenti
– agire sulle impostazioni del PC (es: impostare un timer o la modalità scura)
– cercare un brano musicale su Spotify e riprodurlo, anche in base ai nostri gusti e preferenze
– creare un logo per un’attività commerciale – utilizzando Adobe Express – sempre modificabile e inoltrarlo
– prenotare ristoranti che offrono il booking online
– organizzare trasferte e viaggi: specificando la destinazione, Copilot troverà voli e alloggi per le date indicate, verificando anche i fusi orari
– accedere alla cronologia delle ricerche

Copilot si migliorerà costantemente, imparando con il tempo, anche grazie agli aggiornamenti che saranno resi disponibili.



I TEMPI e LA “GARACONTRO GOOGLE

Dopo l’annuncio ufficiale del 23/05 seguiranno test pubblici prima della distribuzione.
Copilot sarà disponibile a tutti gli utenti di Windows 11 a partire da giugno 2023, tramite Windows Update.

Impariamo insieme. Windows Copilot è potenziato dall’AI, quindi sorprese ed errori sono sempre possibili. Assicurati di controllare i fatti e di condividere i feedback affinché possiamo imparare e migliorare!”.

Con questo messaggio Microsoft fa intuire quanto sia importante cavalcare l’onda delle IA generative, anche se la tecnologia non è pronta al 100%.
Portando questo nuovo strumento già in Windows 11, Microsoft ha bruciato le tappe, senza attendere il futuro rilascio di Windows 12, ma arrivare sul mercato prima degli altri è troppo importante.
Il colosso americano sa che ora può raggiungere e superare il monopolio di Google, proponendosi finalmente dopo quasi 20 anni non più come il n. 2, ma come il soggetto da raggiungere.

E’ evidente che nel prossimo futuro potremmo avere un nuovo “collega” in ufficio e scopriremo con il tempo tutte le sue potenzialità, virtualmente infinite.
Siamo solo agli inizi!


*QUI trovate il post di presentazione.


APP IO: in arrivo Patente, Tessera Sanitaria ed Elettorale


Oggi parliamo dei prossimi aggiornamenti relativi all’app IO, nata ad aprile 2020 e che tutti abbiamo imparato a conoscere soprattutto con il Green Pass per il COVID, il Cashback, il Bonus Vacanze e la Lotteria degli Scontrini.

Questa applicazione ha avuto progressivamente un grande successo: ad oggi è stata scaricata 33,7 milioni di volte, contribuendo così anche all’uso dello SPID, necessario per accedervi.
L’app di Stato integra al suo interno numerosi servizi digitali della pubblica amministrazione.
Tra le tante funzionalità presenti c’è, per esempio, la possibilità di effettuare i pagamenti PagoPA, o ricevere avvisi per le scadenze di pagamento (come il Bollo auto), pagare le mense scolastiche o tributi come la TARI, le bollette e altre imposte.

Il Governo vuole ulteriormente puntare su questa app e intende potenziarla, rendendola anche un raccoglitore di documenti.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti, ha infatti spiegato che Patente, Tessera Elettorale (voting pass) e Tessera Sanitaria stanno per essere inseriti nella App IO in formato elettronico.
Saranno documenti digitali con pieno valore legale, utilizzabili a tutti gli effetti come alternativa a quelli su supporto fisico, i quali non dovranno più essere per forza portati con sé e non sarà più necessario esibirli in forma cartacea.



I TEMPI

Non sono ancora sicure le tempistiche di questi aggiornamenti, ma sembra che questi potranno essere disponibili entro la fine del 2023.
Se così sarà, allora l’Italia diventerebbe uno dei Paesi più virtuosi d’Europa, anticipando quanto l’UE progetta di fare nel prossimo futuro, con il “Portafoglio Elettronico Europeo”, uno strumento che garantirà ai cittadini europei un’identità elettronica per accedere ai servizi Online di ogni Stato membro e richiedere e conservare documenti dematerializzati e certificati, in modo sicuro e transfrontaliero (come titoli di studio, licenze di guida, iscrizioni a ordini professionali, ecc), consultabili tramite cellulari o altri dispositivi.



ALTRE NOVITA’

Una ulteriore novità per l’app IO sarà la creazione della Piattaforma Notifiche, che digitalizzerà ogni comunicazione con valore legale che le P.A. inviano a imprese e cittadini (ad es. le multe).
Ad ogni modo sarà ancora possibile ricevere raccomandate cartacee per chi lo preferisse.
Riguardo la Scuola, verrà esteso il servizio di pagamento delle rette scolastiche tramite l’app di Stato, potenziando l’interazione tra scuola e famiglie e velocizzando le attività amministrative scolastiche.
Anche il lavoro sul Fascicolo Sanitario Elettronico prosegue: entro fine 2026 dovranno averlo adottato tutte le regioni.



LA QUESTIONE “IDENTITA’ DIGITALI

Collegata all’app IO c’è però anche la questione relativa ai metodi di accesso ai servizi telematici delle P.A.
Al momento in Italia esistono 3 sistemi di identità digitali: SPID (sistema Pubblico di Identità Digitale), CNS (Carta Nazionale dei Servizi) e CIE (Carta d’Identità Elettronica).
L’obiettivo dell’attuale governo è arrivare ad una razionalizzazione, con un sistema unico incentrato sulla CIE (che proteggerebbe maggiormente i dati rispetto a SPID e CNS), perché questa triplice gestione è poco sensata e comporta costi elevati.
Si punta quindi ad una semplificazione delle procedure di accesso ai servizi pubblici, dando ai cittadini una sola credenziale ufficiale.
Certo occorrerà diffondere sempre più la CIE, un documento di riconoscimento elettronico in formato tessera che sostituisce la carta di identità in formato cartaceo, con validità internazionale, il cui rilascio da parte dei Comuni necessita però di mesi di attesa.
Se la cancellazione dello SPID, che è usato da moltissimi italiani, dovesse realizzarsi, servirà riuscire a fornire le CIE in modo rapido a chi ne è sprovvisto, per non lasciare i cittadini privi di credenziali per l’accesso alle piattaforme della P.A. 


Concludendo, è chiaro che il programma di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana stia proseguendo.
Con la dematerializzazione di documenti essenziali, con l’app IO sempre più utile e comoda e con gli altri progetti che abbiamo visto, è certo che ci saranno cambiamenti positivi nella vita quotidiana di tutti gli italiani.


WORLD PASSWORD DAY 2023: l’importanza di proteggere le nostre password


COS’E’ IL WORLD PASSWORD DAY

Se proteggi i tuoi dati proteggi stesso” è il monito del Garante Privacy in occasione del 4 maggio 2023, il 10° World Password Day (la Giornata internazionale delle Password) che si celebra il primo giovedì di maggio di ogni anno.  
Creata da Intel nel 2013, è l’occasione per ribadire l’importanza della sicurezza dei propri dati online e ricordare quanto sia fondamentale usare accortezza nella scelta delle nostre chiavi d’accesso.
La richiesta di una PW per l’accesso ad un sistema è un’idea di circa 60 anni e che con il tempo è stata implementata e migliorata.



I PERICOLI DELLE PASSWORD SEMPLICI

Pur non esistendo PW sicure al 100%, più sono complesse meno sono facili da indovinare.
Alcuni consigli:

1) Lunghezza di almeno 8 caratteri, meglio se 12
2) Includere numeri, lettere maiuscole, simboli (punti interrogativi/esclamativi, trattini…)
3) Non usare nomi propri, di animali, parole inerenti ai nostri interessi
4) Non condividere PW con altre persone
5) Usare una diversa PW per ogni sito
6) Non usare lettere e numeri in sequenza, come a-b-c-d… o 1-2-3-4-5
7) Non salvarle su fogli cartacei o pagine di computer: meglio impararle a memoria (o utilizzare un PW Manager)
8) Non inserire l’anno corrente (es: 2023)
9) Scegliere PW uniche e non usare parole di uso comune
10) Usare termini non di senso compiuto, non presenti nel dizionario (gli hacker lo sfruttano per i loro tentativi)
11) Cambiare le PW ogni 3-4 mesi
12) Non usare PW già usate o simili (es: cambiando il numero finale).

Esistono siti internet che permettono di testare la robustezza di una PW e verificano quanto tempo impiegherebbe un hacker a violarla.



I PASSWORD MANAGER

A livello mondiale la password più usata è proprio “password”, mentre in Italia è la stringa “123456”. Gettonatissimo è anche l’uso del nome di figli o animali domestici, date speciali, il calciatore preferito, insomma parole legate ai nostri interessi, che sono informazioni facilmente individuabili sui social o aggirabili.
Che è come lasciare le chiavi di casa attaccate alla porta: prima o poi qualcuno le utilizzerà.
Infatti l’81% delle violazioni degli account sono causate da password deboli.

Il cracking di una password semplice di 8 caratteri è quasi istantaneo. Aggiungendo una lettera maiuscola, il tempo per decifrarla sale a 22 minuti. Inserendo un carattere speciale si raggiungono i 60 minuti.

Ci sono altre pecche oltre quella della semplicità delle PW: molti usano la stessa PW per l’accesso a tutti i propri servizi online (acquisti, social etc) e la mantengono per anni. Siamo tutti portati a credere che i nostri account online non siano oggetto dell’interesse degli hacker, ma i dati rappresentano la valuta del mondo moderno.
Se qualcuno riuscisse a violare i nostri account, si potrebbe incorrere in vari problemi, come il furto d’identità (qualcuno finge di essere noi per ingannare gli altri), lo spionaggio dei documenti presenti nella nostra posta elettronica, o addirittura il furto di denaro dalla nostra banca online.



CONSIGLI PER PASSWORD SICURE

Se fino a qualche anno fa ogni utente internet aveva 1 o 2 password, oggi, in media, deve gestirne circa 70-80, vista la moltiplicazione dei profili sul web. Questo fa sì che ogni anno si dedichino dalle 7 alle 12 ore a ricordare le password o a reimpostare quelle dimenticate.
La gestione delle chiavi di accesso genera spesso ansia e stress.
Per ovviare a questo problema nascono i Password Manager: software installabili sui propri dispositivi oppure servizi online (gratuiti o a pagamento), in grado di memorizzare centinaia di password in un database, di generarne di complesse (es: N+k3?PS}}L2^2Xb) e che ricordano di cambiarle dopo un certo numero di giorni.
In questo modo occorrerà ricordare soltanto la Master Password scelta per accedere al manager stesso (che dovrà essere anch’essa robusta e da conservare al meglio!).
Sono strumenti estremamente sicuri in quanto hanno elevati criteri di cifratura: non è possibile leggere le password senza la Master Password che cripta i dati.



AUTENTICAZIONE A 2 FATTORI e BIOMETRIA

L’ultimo consiglio promosso dagli organizzatori del World Password Day è di optare, se possibile, per l’autenticazione a due fattori.
Si tratta di un metodo di accesso mediante 2 diversi metodi di autenticazione.
Di solito, dopo avere inserito le proprie credenziali, il titolare dell’account a cui si sta cercando di accedere riceve un SMS con un ulteriore codice da digitare.

Probabilmente in futuro entreremo in un’era senza password, dove sarà la biometria a proteggere gli accessi, per es. con il riconoscimento facciale, delle impronte digitali, della voce o la scansione della retina. La loro efficacia va oltre il vecchio concetto di password e saranno di più semplice utilizzo.

Il World Password Day vuole dunque essere l’occasione per aumentare la consapevolezza sul ruolo che le password svolgono nella protezione delle nostre vite digitali e servire come reminder per cambiarle almeno una volta l’anno.

Siamo certi che la battaglia tra hacker e sicurezza non finirà mai.


CHAT GPT TORNA IN ITALIA: le novità, la corsa alle I.A., i pericoli

LO SBLOCCO

Lo sanno ormai tutti: ChatGPT è tornato disponibile in Italia.
Dopo il blocco causato dal Garante della Privacy italiano, Open AI ha implementato i controlli e reso il suo chatbot conforme agli obblighi del GDPR, ripristinando il servizio che aveva spento un mese fa. La Privacy Policy risulta infatti aggiornata al 27 aprile (il termine massimo per farlo era il 30 aprile).
Vediamo le nuove funzioni, valide per tutti gli utenti a livello mondiale, introdotte grazie all’intervento italiano.



LE NOVITA’

– Si potrà disattivare la cronologia delle chat. In questo modo le conversazioni NON verranno utilizzate dallo staff per addestrare l’algoritmo.
– OpenAI conserverà le conversazioni per 30 giorni e le esaminerà solo quando necessario, in caso di eventuali abusi, e poi le eliminerà definitivamente.
– Gli utenti potranno esportare i dati salvati su ChatGPT per archiviarli sul proprio computer.
– Entro il 31 maggio verrà introdotto un sistema di verifica dell’età, per bloccare l’accesso agli under 13 (al momento, collegandosi a ChatGPT, l’utente è accolto con un messaggio che avverte del fatto che iniziando una conversazione, si dichiara di essere maggiorenni o di avere più di 13 anni e il consenso dei genitori).
L’informativa sul trattamento dei dati, ben visibile ora nel messaggio di benvenuto, specifica che è possibile che i contenuti che si forniscono siano utilizzati per migliorare i servizi (x es: per allenare i modelli linguistici che alimentano il chatbot).
– Entro il 15 maggio OpenAI dovrà promuovere una campagna di informazione su radio, TV, giornali e web per informare le persone sull’uso dei dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi.
– Nascerà a breve un abbonamento “Business”, con altre funzionalità speciali.



LA CORSA ALLE INTELLIGENZE ARTIFICIALI GENERATIVE

Chat GPT cercherà in tutti i modi di mantenere la sua leadership in quella che è diventata una vera corsa alle I.A. Le BigTech stanno investendo sulle I.A. generative e sta infatti crescendo in modo esponenziale il loro numero.
Ne elenchiamo giusto alcune altre:
BING di Microsoft
BARD di Google (non ancora disponibile al pubblico)
TRUTH GPT di Elon Musk
GALACTICA di Meta
MYAI di Snapchat
GIGACHAT (I.A. Russa)
PERPLEXITY AI (per le ricerche), CHATSONIC (per scrivere blog e post), JASPER (per generare contenuti marketing)



I PERICOLI PER IL MONDO DEL LAVORO

Questa velocissima diffusione delle I.A. avrà nel prossimo futuro impatti significativi sul mondo lavorativo, perchè c’è il timore che possa sostituire molti posti di lavoro.

Nessuno può dirlo con certezza, ma l’esempio di IBM spaventa un po’: il colosso americano infatti ha intenzione di rimpiazzare il 30% dei ruoli di back-office con l’I.A. nei prossimi 5 anni. Non procederà con licenziamenti, ma non sostituirà chi va in pensione o cambia impiego. Si stima che il risultato sarà di 7800 dipendenti in meno.

In generale, i lavoratori a rischio potranno essere gli operai assemblatori (per via del progredire della robotica), i cassieri (a causa dei self-checkout), gli operatori per l’assistenza o di telemarketing (che con i chatbot sempre più “intelligenti” potrebbero non essere più persone in carne e ossa), gli impiegati di banca (con la nascita di piattaforme digitali con alta capacità di “dialogo” col pubblico), i fotografi (l’I.A. riesce a comporre immagini artistiche e a ottimizzare le impostazioni di una fotocamera), gli addetti stampa (le I.A. sono in grado di creare testi, comunicati e mail), ma anche analisti di mercato, tour operator, designer, avvocati, contabili etc.

Rischia meno chi svolge mestieri pratici come artigiani, dottori, chi lavora nell’edilizia, camerieri e cuochi, macellai, etc.

D’altro canto, il cambiamento portato dalle I.A. sarà anche in senso positivo perché grandi sono le loro potenzialità: investendo su formazione e sviluppo di competenze che si adattino a questa evoluzione e integrando i servizi delle I.A. alle proprie mansioni, i lavoratori potrebbero ottimizzare i propri compiti ed essere sollevati dallo svolgimento di parte del lavoro quotidiano (senza perderlo), guadagnando ore di tempo libero.
Aumentando l’efficienza aziendale e la produttività, il PIL globale potrebbe crescere fino al 7% in 10 anni.


Di certo occorrerà prepararsi.
Aziende e lavoratori dovranno riuscire a far propri i tanti servizi AI esistenti e sfruttarli al meglio, applicarli alla vita quotidiana, ma in modo responsabile e rimanendo consci che ciò che viene generato dai chatbot potrebbe non essere corretto.
Le legislazioni dovranno aggiornarsi e disciplinare il settore delle I.A. per evitare contenuti errati, razzisti, fuorvianti, e arginare la disinformazione.
Le aziende produttrici di AI, dal canto loro, cercheranno di far evolvere i loro algoritmi e modelli linguistici.

Insomma, c’è davvero tanta carne sul fuoco!