CHAT GPT TORNA IN ITALIA: le novità, la corsa alle I.A., i pericoli
LO SBLOCCO
Lo sanno ormai tutti: ChatGPT è tornato disponibile in Italia.
Dopo il blocco causato dal Garante della Privacy italiano, Open AI ha implementato i controlli e reso il suo chatbot conforme agli obblighi del GDPR, ripristinando il servizio che aveva spento un mese fa. La Privacy Policy risulta infatti aggiornata al 27 aprile (il termine massimo per farlo era il 30 aprile).
Vediamo le nuove funzioni, valide per tutti gli utenti a livello mondiale, introdotte grazie all’intervento italiano.
LE NOVITA’
– Si potrà disattivare la cronologia delle chat. In questo modo le conversazioni NON verranno utilizzate dallo staff per addestrare l’algoritmo.
– OpenAI conserverà le conversazioni per 30 giorni e le esaminerà solo quando necessario, in caso di eventuali abusi, e poi le eliminerà definitivamente.
– Gli utenti potranno esportare i dati salvati su ChatGPT per archiviarli sul proprio computer.
– Entro il 31 maggio verrà introdotto un sistema di verifica dell’età, per bloccare l’accesso agli under 13 (al momento, collegandosi a ChatGPT, l’utente è accolto con un messaggio che avverte del fatto che iniziando una conversazione, si dichiara di essere maggiorenni o di avere più di 13 anni e il consenso dei genitori).
– L’informativa sul trattamento dei dati, ben visibile ora nel messaggio di benvenuto, specifica che è possibile che i contenuti che si forniscono siano utilizzati per migliorare i servizi (x es: per allenare i modelli linguistici che alimentano il chatbot).
– Entro il 15 maggio OpenAI dovrà promuovere una campagna di informazione su radio, TV, giornali e web per informare le persone sull’uso dei dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi.
– Nascerà a breve un abbonamento “Business”, con altre funzionalità speciali.
LA CORSA ALLE INTELLIGENZE ARTIFICIALI GENERATIVE
Chat GPT cercherà in tutti i modi di mantenere la sua leadership in quella che è diventata una vera corsa alle I.A. Le BigTech stanno investendo sulle I.A. generative e sta infatti crescendo in modo esponenziale il loro numero.
Ne elenchiamo giusto alcune altre:
BING di Microsoft
BARD di Google (non ancora disponibile al pubblico)
TRUTH GPT di Elon Musk
GALACTICA di Meta
MYAI di Snapchat
GIGACHAT (I.A. Russa)
PERPLEXITY AI (per le ricerche), CHATSONIC (per scrivere blog e post), JASPER (per generare contenuti marketing)
I PERICOLI PER IL MONDO DEL LAVORO
Questa velocissima diffusione delle I.A. avrà nel prossimo futuro impatti significativi sul mondo lavorativo, perchè c’è il timore che possa sostituire molti posti di lavoro.
Nessuno può dirlo con certezza, ma l’esempio di IBM spaventa un po’: il colosso americano infatti ha intenzione di rimpiazzare il 30% dei ruoli di back-office con l’I.A. nei prossimi 5 anni. Non procederà con licenziamenti, ma non sostituirà chi va in pensione o cambia impiego. Si stima che il risultato sarà di 7800 dipendenti in meno.
In generale, i lavoratori a rischio potranno essere gli operai assemblatori (per via del progredire della robotica), i cassieri (a causa dei self-checkout), gli operatori per l’assistenza o di telemarketing (che con i chatbot sempre più “intelligenti” potrebbero non essere più persone in carne e ossa), gli impiegati di banca (con la nascita di piattaforme digitali con alta capacità di “dialogo” col pubblico), i fotografi (l’I.A. riesce a comporre immagini artistiche e a ottimizzare le impostazioni di una fotocamera), gli addetti stampa (le I.A. sono in grado di creare testi, comunicati e mail), ma anche analisti di mercato, tour operator, designer, avvocati, contabili etc.
Rischia meno chi svolge mestieri pratici come artigiani, dottori, chi lavora nell’edilizia, camerieri e cuochi, macellai, etc.
D’altro canto, il cambiamento portato dalle I.A. sarà anche in senso positivo perché grandi sono le loro potenzialità: investendo su formazione e sviluppo di competenze che si adattino a questa evoluzione e integrando i servizi delle I.A. alle proprie mansioni, i lavoratori potrebbero ottimizzare i propri compiti ed essere sollevati dallo svolgimento di parte del lavoro quotidiano (senza perderlo), guadagnando ore di tempo libero.
Aumentando l’efficienza aziendale e la produttività, il PIL globale potrebbe crescere fino al 7% in 10 anni.
Di certo occorrerà prepararsi.
Aziende e lavoratori dovranno riuscire a far propri i tanti servizi AI esistenti e sfruttarli al meglio, applicarli alla vita quotidiana, ma in modo responsabile e rimanendo consci che ciò che viene generato dai chatbot potrebbe non essere corretto.
Le legislazioni dovranno aggiornarsi e disciplinare il settore delle I.A. per evitare contenuti errati, razzisti, fuorvianti, e arginare la disinformazione.
Le aziende produttrici di AI, dal canto loro, cercheranno di far evolvere i loro algoritmi e modelli linguistici.
Insomma, c’è davvero tanta carne sul fuoco!