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Le ultime novità di Google e Chat GPT

GENERATORE DI IMMAGINI – GOOGLE GEMINI

Google ha di recente introdotto diverse interessanti novità.

Da qualche giorno ha reso disponibile per tutti, gratuitamente, la funzione per generare le immagini con Google Gemini.
Chiunque nel mondo abbia un account Google può già utilizzare questa feature, anche dall’Italia.
Basterà andare all’indirizzo https://gemini.google.com/app e chiedere in italiano al chatbot – che utilizza il modello “Imagen 3” – di generare un’immagine. Questa apparirà in pochi secondi e con una risoluzione decisamente migliore di quelle generate da altri modelli come Dall-E, ChatGPT o Microsoft Copilot. Non c’è limite di utilizzo, anche se per il momento non è possibile creare immagini di persone, se non viste da lontano o di spalle. Questa restrizione è dovuta al fatto che mesi fa Gemini restituiva risultati “con allucinazioni”, paradossali, a causa degli ideali di inclusione di donne e minoranze etniche (per esempio, Gemini disegnava il papa come donna nativoamericana senza che fosse stato chiesto nel prompt).
La restrizione dunque nasce per evitare questi inconvenienti finché il modello non sarà migliorato.


RICONOSCIMENTO DI IMMAGINI GENERATE DALL’IA – GOOGLE PHOTO

Parallelamente alla possibilità di generare immagini, a breve sarà possibile riconoscere le immagini generate o manipolate dall’intelligenza artificiale grazie a Google Photo.

Si tratta di una grande sfida, visto quanto sono realistiche le immagini che oggi le IA riescono a creare.
Sembra che si potrà identificare quale specifico modello IA è stato utilizzato per generare l’immagine o capire se una foto è stata solo corretta o migliorata dall’IA.
Resta da vedere quanto questa funzione sarà efficace, considerando la rapida evoluzione delle tecnologie di generazione di immagini.



IL MOTORE DI RICERCA DI CHAT GPT

Ma non è solo Google ad avere delle novità: Chat GPT, anzi, si prepara a sfidare Google, con il suo motore di ricerca.
Probabilmente sarà all’indirizzo search.chatgpt.com che si potranno fare ricerche online, potenziate e aiutate dall’IA.
Ad ogni modo si prevede che le IA non affosseranno Google: la stragrande maggioranza di quello che le persone cercano su Google è il nome del sito a cui vogliono accedere (es: Amazon, Gmail, Facebook, etc). Per questo tipo di ricerche “di navigazione” la velocità e l’efficienza di Google sono inarrivabili per qualsiasi IA.
Lo stesso vale per le ricerche “informative” (es: il meteo di domani, com’è finita la partita, che ore sono, quanti anni ha un attore).
E’ solo nelle ricerche “esplorative” che le IA sono forti (es: cosa vedere a Milano, come attaccare un bottone, quali sono i migliori romanzi gialli), ma sono una piccola percentuale di quel che la gente chiede davvero.




HUMANE AI PIN: l’IA da taschino poco intelligente

LE INTRIGANTI PREMESSE

Al Mobile World Congress 2024 la start-up Humane ha presentato un nuovo curioso oggetto tech basato su Intelligenza Artificiale che promette di essere rivoluzionario: la Humane AI Pin, che vuole sostituirsi agli smartphone modificando le nostre abitudini d’uso dei device.
Il “Pin” è una piccola spilla senza schermo che si potrà indossare nel quotidiano agganciata magneticamente ai vestiti (o ad altre superfici). E’ dotata di una fotocamera che può scansionare l’ambiente circostante e di un proiettore laser che mostra sul palmo della mano le interfacce con cui interagire. Ha altoparlante e microfono, dunque si governa attraverso comandi vocali e gesti.
Avendo incorporata l’IA GPT-4 di OpenAI, questo assistente personale indossabile offre le funzionalità di riconoscimento vocale, la traduzione, la generazione di immagini, fare telefonate etc.


RECENSIONI DELUDENTI

Sono state inviate diverse unità di prova ad influencer e giornalisti del settore che però hanno dato unanimi pareri estremamente negativi: sembra che il dispositivo sia molto limitato e poco funzionale.
Il suo utilizzo quotidiano risulta frustrante: è troppo ingombrante, si surriscalda (e quindi si disattiva), il proiettore funziona male ed è illeggibile al sole. E’ un incubo interagire con voce e gesti: per attivare il WiFi bisogna navigare in mezzo alle impostazioni con gesti e dettature quasi impossibili. Sembra anche incapace di svolgere anche le funzioni di base e non fornisce risposte accurate (sbaglia anche nella semplice lettura del meteo). Altre sono proprio assenti, come la sveglia, il timer e il calendario.
Il dispositivo è anche troppo lento: ogni comando deve passare per i server di Humane, cosa che richiede anche 10 secondi. Dover attendere per ogni operazione è una grossa pecca in un mondo in cui siamo abituati ad avere risposte immediate. Inoltre metà delle volte non fornisce proprio risposta perché il sistema chiede di attendere all’infinito.
Altri problemi a livello di hardware li ha la batteria che dura solo 60-90 minuti, l’interfaccia è scomoda e la plastica economica… il tutto per la pazzesca cifra di 700$ (a cui aggiungere 24$ di abbonamento mensile)!


RABBIT R1

Humane AI Pin ha un agguerrito concorrente: Rabbit R1, altro curioso gadget basato sull’IA.
E’ un piccolo dispositivo rosso/arancio tascabile (ma non indossabile) quadrato con display touchscreen e sensori che, altrettanto, si propone come assistente personale. Ha una rotella per lo scorrimento analogico, fotocamera da 8 MP, supporta la connessione WiFi, il GPS e la batteria promette di durare tutto il giorno.
Non ha app al suo interno (non permette di vedere film o giocare) ma può svolgere compiti considerati noiosi (chiamare un taxi, prenotare un ristorante, acquistare biglietti aerei o aggiungere brani alle playlist, etc).
Il costo è inferiore: 200 $, senza abbonamenti. Anche per questo ne sono già state vendute in preordine 100.000 unità.
Purtroppo l’Italiano non è tra le lingue impostabili, cosa che rende Rabbit R1 inutilizzabile per chi non conosce l’inglese.
Anche qui fioccano le critiche: sembra essere una normale app che potrebbe funzionare su smartphone, venduta però con un hardware, come fosse un dispositivo a sé stante.


DEVICE ANCORA ACERBI

Sebbene l’idea alla loro base sia originale e interessante, è diffusa la sensazione che entrambi i device non prenderanno piede, rimanendo intriganti oggetti “di passaggio”, peraltro partiti davvero male.
Sono stati lanciati troppo frettolosamente, forse per paura di quel che potrebbero produrre Apple e Google.
L’unica speranza che hanno è di venire migliorati con successivi aggiornamenti, ma difficilmente riusciranno a soppiantare gli smartphone: tutte le loro funzioni, ad oggi, possono essere fatte meglio e più efficacemente tramite cellulare.


APPLE CAR: progetto al capolinea

Se a inizio anno si pensava che l’auto elettrica di Apple, soprannominata Apple Car, sarebbe stata realizzata entro il 2028, ora le notizie vanno decisamente controcorrente: la mela morsicata ha fermato ufficialmente il progetto con una nota interna di fine febbraio.

Project Titan, questo il vero nome del progetto, avrebbe dovuto realizzare un’auto elettrica rivoluzionaria, con guida autonoma, a zero emissioni e totalmente connessa, interfacciata anche con il visore Vision Pro, che potesse competere con Tesla e circolare sulle strade americane nel giro di qualche anno.

L’ambizioso programma, durato 10 anni e costato miliardi di dollari in ricerca, ha portato alla costruzione di diversi prototipi che nel 2023 han percorso 70.000 km. Tuttavia dopo aver subito diversi cambi tra i dirigenti, ed esser stato chiuso e riaperto molte volte nel corso del tempo, ora viene definitivamente abbandonato, forse anche per via delle recenti difficoltà nel mercato delle auto elettriche, in rallentamento negli ultimi mesi.

Sembra che nel 2024 e oltre Apple voglia puntare sull’Intelligenza Artificiale generativa: un settore dall’enorme potenziale e che diventerà una priorità per l’azienda. I fondi per il Project Titan e i 2.000 dipendenti al lavoro sulla vettura verranno spostati nel settore AI. Arricchendo questo secondo team, Apple cercherà di restare al passo con i suoi concorrenti: Google con Gemini, Microsoft con ChatGPT, ma anche Samsung e Amazon.

In effetti sembra che la scelta di Tim Cook, amministratore delegato dell’azienda di Cupertino, sia piaciuta agli investitori: le azioni di Apple sono infatti cresciute dell’8%.

Avremo più notizie su un’eventuale intelligenza artificiale integrata nei prodotti Apple in Giugno o con l’uscita di iOS 18 e dei nuovi iPhone, questo settembre.



AI ACT APPROVATO: la prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale è Europea

Il 13 marzo 2024 l’AI Act ha completato i passaggi dell’iter legislativo europeo ed è stato approvato con 523 voti favorevoli (e 95 tra contrari e astenuti). Ne avevamo già parlato qui, quando ne era stato approvato il testo, che a breve verrà tradotto in 24 lingue.
La giornata è storica: gli stati Membri dell’Unione sono i primi al mondo a essersi dotati di una legge in materia di IA.

Si tratta di una legge piuttosto complessa contenente le linee guida che gli sviluppatori di sistemi di intelligenza artificiale dovranno necessariamente seguire per vendere i propri strumenti in Europa (o il cui uso riguardi persone situate nell’Unione).

L’obiettivo del Regolamento è quello di proteggere la sicurezza, i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale dai sistemi di IA ad alto rischio, promuovendo però al contempo l’innovazione.
Sostanzialmente farà sì che l’essere umano sia al centro dello sviluppo delle IA e mantenga il pieno controllo della tecnologia, rendendo inoltre l’Europa una leader in materia.

Il testo prevede 4 categorie di rischi che le IA potrebbero far sorgere sui diritti dei cittadini e detta obblighi e divieti per proteggerli, come abbiamo visto nel nostro precedente articolo.
Tra le applicazioni di IA che sono state vietate, in quanto minacciano i diritti fondamentali dell’uomo, troviamo i sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili, l’estrapolazione indiscriminata di immagini facciali da internet o dalle registrazioni di telecamere per creare banche dati di riconoscimento facciale. Saranno fuori legge i sistemi di riconoscimento delle emozioni sul luogo di lavoro e nelle scuole, o le pratiche di polizia predittiva.

La nuova legge si applicherà a soggetti pubblici e privati, e dà anche agli utilizzatori o acquirenti l’onere di assicurarsi che il prodotto comprato sia conforme alle norme europee.



APPLE ANNUNCIA FERRET: l’IA che supererà GPT-4

Apple ha annunciato il suo nuovo modello linguistico multimodale (LLM) soprannominato FERRET.
Sviluppato in collaborazione con la Columbia University, questo progetto al momento è ancora nelle fasi iniziali, ma già sembra che sia in grado di superare Ghat GPT per precisione, velocità e con un tasso di errore inferiore.

Ferret può capire e produrre testo, immagini, suoni e video, come altri modelli simili (es: Gemini, ChatGPT o Google Bard).
Potrà tradurre testi anche tra lingue molto diverse tra loro.
Descriverà immagini con precisione, in modo più dettagliato e accurato, potendo identificare anche piccole parti di una immagine e con meno errori. Non solo: l’innovazione principale sta nella sua capacità di riuscire a rilevare concetti, relazioni tra oggetti, azioni e altri dettagli per conversare con l’utente in un modo davvero ricco di sfumature.

Ferret, per funzionare, utilizza due decoder che lavorano congiuntamente: uno si concentra sugli aspetti visivi mentre l’altro gestisce gli input testuali. I due flussi vengono poi fusi insieme in modo equilibrato.

Sorprendentemente Apple concede Ferret in licenza open-source non commerciale. E’ una scelta atipica per la mela morsicata ma che porta alcuni vantaggi: in questo modo i ricercatori di tutto il mondo possono collaborare e far progredire collettivamente l’IA e facendo potenzialmente emergere nuove applicazioni di Ferret oltre quanto sia stato previsto.

E’ probabile che nel 2024 Apple punti molto sull’intelligenza artificiale: un obiettivo principale sarà quasi certamente quello di rendere questo modello linguistico compatibile con gli smartphone. Fino ad ora le IA non riescono a funzionare sui telefonini perchè sono troppo complesse per essere gestite da questi device, ma sicuramente Apple studierà un modo per integrare Ferret negli iPhones.

Aspettiamo dunque con ansia il rilascio a livello globale di questa nuova intelligenza artificiale: la sfida a Open AI e al suo Chat GPT-4 è stata ufficialmente lanciata.



LA VISUALIZZAZIONE IMMERSIVA DI GOOGLE MAPS ARRIVA IN ITALIA


Forse non tutti ricordano che a febbraio 2023 Google ha presentato la sua nuovissima ‘Visualizzazione Immersiva‘ su Maps.
Lanciata effettivamente sull’app lo scorso 10 maggio, si tratta di una nuova modalità di esplorazione di luoghi in 3 dimensioni, nata grazie all’intelligenza artificiale (i NeRF: Neural Radiance Fields, sviluppati da Google).
Sovrapponendo e combinando miliardi di immagini aeree e di viste street view, viene offerta la visione multidimensionale ed incredibilmente ricca di diverse città e luoghi di interesse. L’ambiente tridimensionale può essere osservato virtualmente dall’utente come se fosse in volo, potendo anche scendere al livello del terreno e fare zoom ravvicinati.
A queste spettacolari immagini si aggiungono informazioni in tempo reale (es. meteo, affollamento e traffico).

L’obiettivo dell’Immersive Mode è consentire di visitare virtualmente un luogo come se ci si trovasse fisicamente lì, anche prima di trovarcisi dal vivo, magari per pianificare una visita e capire come potrebbe apparire in diversi momenti della giornata: grazie ad un “cursore temporale” l’immagine cambierà anche in base all’illuminazione, alle condizioni meteorologiche e del traffico, ricostruendo fedelmente il contesto del luogo.

Facciamo un esempio: se si sta programmando di visitare un museo di Amsterdam, si potrà sorvolarlo, capire dove sono ubicati gli ingressi, come appare l’area nell’arco di tutta la giornata, che tempo farà, i punti vicini più affollati, ma anche cercare ristoranti nelle vicinanze e sbirciare al loro interno per decidere se l’atmosfera del locale è quella desiderata.



LE CITTA’ DISPONIBILI, ORA ANCHE ITALIANE

Le mappe immersive erano inizialmente disponibili solo per alcune città: Los Angeles, Barcellona, Atene, Londra, New York, San Francisco, e Tokyo.
Dal 15 giugno 2023 l’elenco si è ampliato, includendo altri 500 luoghi iconici del mondo, tra cui Amsterdam, Dublino e le nostre bellissime Firenze e Venezia.
Per Milano, Roma e Pisa sono invece disponibili solo alcuni monumenti (mentre la città non è ancora navigabile interamente in 3D).

L’elenco dei luoghi d’interesse italiani disponibili è abbastanza nutrito:

VeneziaBasiliche di San Marco, Santa Maria della Salute e Santa Maria Gloriosa dei Frari; Ponte di Rialto, Ca’ Pesaro, Palazzo Ducale.

FirenzePonte Vecchio, Basilica di Santa Croce, Basilica di Santa Maria Novella, Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Campanile di Giotto, Piazza della Signoria, Palazzo Pitti.

RomaSanta Maria Maggiore, Campidoglio, Castel Sant’Angelo, Colosseo, Pantheon, Piazza Navona, Fori Romani, Fontana di Trevi

MilanoDuomo di Milano, Galleria Vittorio Emanuele II, Castello Sforzesco, Teatro alla Scala, Santa Maria delle Grazie, Pinacoteca di Brera, Palazzo Reale, Basilica di Sant’Ambrogio, Arco della Pace, Basilica di San Lorenzo Maggiore.Pisa: Torre di Pisa



COME ATTIVARE LA VISTA IMMERSIVA

Essendo una funzione dell’app Maps, la modalità immersiva funzionerà su qualsiasi telefono e dispositivo Android e iOS.
Innanzitutto occorrerà aggiornare l’app. Basterà poi cercare uno dei luoghi in cui la funzione è disponibile e selezionare la prima foto del pannello inferiore (con la scritta “Immersive View”).
Spostandosi poi intuitivamente con le dita ci si muoverà nello spazio virtuale come in volo.



LE ALTRE NOVITA’ DI MAPS

Maps si aggiorna con due ulteriori novità:

Con le INDICAZIONI A COLPO D’OCCHIO (o INDICAZIONI RAPIDE) sarà possibile seguire il proprio viaggio (con tempi di arrivo previsti e la svolta successiva) direttamente dalla panoramica del percorso o dalla schermata di blocco del telefono, sia che ci si muova a piedi, in bici o su mezzi pubblici.
Queste informazioni erano prima visibili solo sbloccando il telefono, aprendo l’app e utilizzando la modalità di navigazione completa, mentre adesso basterà richiedere le indicazioni per una destinazione e iniziare a muoversi.
Decidendo invece di prendere un’altra strada, il viaggio verrà automaticamente aggiornato.

Con la funzione “RECENTI”, disponibile sulla versione desktop di Maps, si potranno invece salvare i luoghi precedentemente ricercati. Verranno inseriti in una sezione a lato della mappa e potranno essere facilmente eliminati o condivisi.


In vista delle vacanze estive – che ormai sono alle porte – non possiamo che essere entusiasti di queste novità ed attendiamo i prossimi aggiornamenti per visitare (anche se magari solo virtualmente) altre città e meravigliosi luoghi d’interesse del nostro pianeta.


A.I. ACT: Approvato dal Parlamento Europeo


Dopo un percorso durato 2 anni, il 14 Giugno 2023 il Parlamento Europeo ha dato il via libera all’AI Act, il Regolamento Europeo sull’Intelligenza Artificiale, approvandolo a stragrande maggioranza*.
Quello che sarà il primo testo normativo al mondo su questo tema dovrebbe venire approvato definitivamente dall’UE entro fine anno per entrare poi in vigore nel 2024, diventando direttamente applicabile negli Stati Membri.



NORME COMUNI PER PROTEGGERE I CITTADINI EUROPEI

Da inizio 2023, l’IA** è entrata sempre più nella vita quotidiana delle persone in tutto il mondo (siti internet del tutto automatizzati, advertising robotizzati, chatbot capaci di dialogare al pari di un essere umano o di generare immagini plausibili…). Professionisti e lavoratori temono già di venire sostituiti da IA evolute che potrebbero svolgere il loro stesso lavoro più velocemente e a costo zero. Al contempo le IA potrebbero un giorno decidere se erogare di un mutuo o quale dipendente assumere. Tutto ciò tocca la sfera dei diritti delle persone.

E’ in questo scenario che interviene Bruxelles, regolamentando l’impiego dell’IA nell’Unione Europea, in modo che questa rispetti i diritti dei cittadini: dovrà essere sempre sicura, trasparente, tracciabile e non discriminatoria.
Si mira dunque a fissare gli standard europei per la creazione e l’utilizzo di questa nuova tecnologia entrata ormai in ogni settore, stabilendo obblighi per i fornitori e per coloro che impiegano sistemi di IA, a seconda del livello di rischio che questa può generare.



OBBLIGHI E DIVIETI

Il regolamento segue un approccio basato sulla tipologia di RISCHIO che le IA possono creare per la salute e la sicurezza o per i diritti fondamentali delle persone fisiche:
– rischio basso/minimo
– rischio alto: IA consentite se rispettano requisiti di trasparenza e siano valutate conformi (es: i sistemi che interagiscono con gli esseri umani o generano contenuti).
– rischio inaccettabile: IA vietate

Sono dunque vietati i Sistemi di IA per:
– Riconoscimento facciale e biometrico in tempo reale in aree pubbliche
– Identificazione biometrica a distanza a posteriori (unica eccezione per le forze dell’ordine nel perseguire reati gravi e solo previa autorizzazione giudiziaria)
– Social scoring (classificazione delle persone tramite caratteristiche sensibili: sesso, razza, etnia, cittadinanza, religione, orientamento politico)
– Polizia predittiva
– Riconoscimento delle emozioni nelle forze dell’ordine, nei luoghi di lavoro e scuole
– Database di immagini facciali prese da Internet o da filmati di telecamere



GLI OBBLIGHI PER AZIENDE PRODUTTRICI E UTILIZZATRICI DI IA

L’interesse verso le IA generative da parte delle aziende è alto, in ragione del grande valore che queste possono apportare all’economia. Ciò significa però esporsi a responsabilità per eventuali danni o sanzioni privacy.
Ecco cosa fare per adottare al meglio l’IA nel rispetto delle norme.
Le aziende che utilizzano o producono IA devono accertarsi che esse siano conformi alle regole Europee.
E’ consigliabile catalogare le app IA in uso/in realizzazione per capire il loro livello di rischio, secondo il modello dell’AI Act.
Per app ad Alto Rischio, occorrerà svolgere una Valutazione di Conformità (è ammessa anche l’autovalutazione) per ottenere il bollino CE.
Si dovrà monitorare anche il post vendita, per individuare eventuali criticità inizialmente non previste.
In caso di app a Basso Rischio – che non impattano direttamente sulla vita delle persone – sono previsti obblighi di trasparenza (es: avvisare i clienti che sono in uso soluzioni di intelligenza artificiale, creare informative privacy sempre più trasparenti).

In ogni caso ci saranno 2 anni di “grace period” dopo l’entrata in vigore del Regolamento che serviranno alle aziende per costruire i propri processi di compliance.



CONCLUSIONI

Ci sono basi economiche sotto l’adozione dell’AI Act: questa legge fa parte della strategia dell’Unione per il mercato unico digitale; con l’adozione di questo Regolamento, il Parlamento Europeo non intende soffocare lo sviluppo delle intelligenze artificiali, anzi, vuole favorirlo. Il suo obiettivo rimane quello di garantire il miglior funzionamento del mercato interno attraverso regole condivise.
Solo con la pratica capiremo se il testo reggerà alla velocità dello sviluppo dei sistemi di IA e se, una volta divenuto applicabile, rimarrà uno strumento utile e non obsoleto.





* 499 voti a favore, 28 contrari e 93 astenuti

** Definizione di Sistema di IA: software che può generare, per una determinata serie di obiettivi, output come contenuti, previsioni o raccomandazioni che influenzano gli ambienti con cui interagiscono.


APPLE VISION PRO: il nuovo visore per la realtà virtuale


Se ne sta parlando moltissimo su internet: il 5 Giugno 2023 Apple ha presentato il suo nuovissimo dispositivo, il visore per la realtà aumentata “Apple Vision Pro“.

E’ così che la società di Cupertino fonderà il mondo reale con quello digitale, eliminando il confine tra fantasia e realtà.

Vision Pro è un visore ibrido, per la realtà mista (virtuale e aumentata) che si potrà controllare con occhi, mani e voce, senza bisogno di alcun controller fisico: con la vista si potranno sfogliare le applicazioni, mentre si useranno le mani per selezionare gli elementi; altre operazioni, poi, saranno svolte con comandi vocali.
Come ci riesce? Tramite un’evolutissima tecnologia di tracciamento oculare che traduce i movimenti in input, e l’interfaccia reagisce di conseguenza, garantendo un’esperienza visiva precisa e scorrevole.
In effetti Apple intende far vivere all’utente l’esperienza più naturale e godibile possibile, immersiva e coinvolgente più di ogni altro visore già in commercio.



LE CARATTERISTICHE

Esteticamente, il visore ricorda un paio di occhiali da sci dal design minimalista ed elegante.
Essendo leggero e costruito con materiali di alta qualità, è confortevole anche se indossato per sessioni prolungate.
E’ anche personalizzabile e può essere adattato per chi porta gli occhiali.
Possiede un proprio sistema operativo (VisionOS) e un App Store dedicato, con contenuti appositamente sviluppati.
Avrà una batteria separata, collegata tramite cavo, che garantisce l’autonomia (in effetti un po’ limitata) di 2 ore.
La parte frontale in vetro ospita uno schermo “trasparente” rivolto verso l’esterno: si tratta di un pannello OLED curvo che, come vedremo, “proietterà gli occhi” dell’utilizzatore.
All’interno del visore ci sono due schermi – uno per ogni occhio – con risoluzione 4K ciascuno (per intenderci, ogni display ha più pixel di una TV), e un computer che gestisce il funzionamento del dispositivo.
L’audio spaziale consentirà di far sentire la voce provenire dalla direzione in cui si sta parlando.
E’ dotato di un chip esclusivo che limiterà al minimo il lag, 12 fotocamere, 5 sensori e 6 microfoni.

Sostanzialmente: le fotocamere riprendono l’ambiente circostante e lo proiettano sui due schermi interni.
Compaiono quindi gli elementi virtuali (es: icone di applicazioni, foto…), che l’utente può spostare con lo sguardo (grazie ai sensori che tracciano il movimento degli occhi e i punti di fissazione) e con cui interagisce con i gesti delle mani (rilevati dalle fotocamere).



COSA POTRA’ FARE

– creare un Avatar 3D per fare videochiamate con FaceTime o Microsoft Teams o Zoom (l’headset scansionerà il volto e creerà la versione tridimensionale dell’utente)
– guardare Video e Film (anche in 3D), impostando la grandezza dello schermo e la quantità di illuminazione, con dettagli e profondità davvero realistici
– fare e guardare Fotografie (anche 3D)
– giocare a Videogiochi (100 titoli di Apple Arcade)
– gestire lo sfondo: si potrà scegliere se vedere la stanza reale in cui ci si trova o impostare ambienti virtuali per nasconderla
interagire con elementi 3D, ruotandoli e osservandoli da ogni angolazione
– accedere alle App
navigare online
– collegarsi a un Mac, iPhone o iPad per visualizzare ciò che viene eseguito con tali device
mostrare o celare gli occhi di chi lo indossa. La modalità EyeSight consente all’utente di non essere totalmente “al di fuori” del mondo esterno, mostrando lo sguardo in modo “trasparente”. Passando invece alla modalità di completa realtà virtuale, gli occhi saranno oscurati per far comprendere agli altri che non si è disponibili.


Riguardo la privacy, è presente un sistema biometrico per l’autenticazione (Optic ID) che sfrutta l’iride per consentire all’utente di utilizzare il visore. I dati sono crittografati, e ciò che viene visto usando il visore non sarà registrato.
Ci sono poi funzioni di sicurezza che consentono all’utente di rimanere consapevole dell’ambiente circostante (Apple immagina che verrà usato principalmente in ambienti interni: a casa o sul lavoro).



TEMPI E COSTI

La disponibilità di Apple Vision Pro partirà da inizio 2024, ma per ora solo negli USA.
Il prezzo? Partirà dai 3.499 $.
Questo visore è una grossa scommessa per il brand californiano e visto il prezzo elevato vedremo quale sarà la sua accoglienza sul mercato. Occorrerà dunque attendere l’anno prossimo per capire se sarà un flop o un successo.

Insomma, Apple ha fatto ufficialmente ingresso nel settore della realtà virtuale e aumentata e promette di trasformare il modo in cui interagiamo con il mondo digitale.
Sicuramente avremo grosse novità nel campo dell’intrattenimento, dell’educazione o della fruizione di contenuti digitali… il futuro è ancora tutto da scoprire!



AGGIORNAMENTO (25/07/2023): Niente app Netflix dedicata
Al momento sembra che Netflix abbia deciso di NON investire su un’app per il nuovo Apple Vision Pro: se la stima di visori venduti ogni anno è di circa 400 mila pezzi, non ne vale la pena.
“Solo” mezzo milione di utenti potenziali non fanno gola a Netflix; inoltre non sarebbero nemmeno utenti nuovi ma già abbonati che semplicemente vedrebbero i contenuti sul visore, anziché in TV.

Si faranno, invece, le app di Disney +, Amazon Prime Video, Microsoft Teams e Zoom.
Netflix sembra l’unica ad andare contro corrente.


COPILOT: l’I.A. entra in Microsoft


COSA SARA’ COPILOT

Il 23 maggio 2023 Microsoft ha presentato sul suo blog ufficiale* Copilot, un nuovo strumento che sfrutta l’intelligenza artificiale, integrato in un sistema operativo per la prima volta in assoluto.
Ciò significa che l’IA potrà essere utilizzata con tutte le app e non solo con quelle di Microsoft, snellendo enormemente il lavoro a computer ed aumentando la produttività, rendendo così possibile “fare tutto su Windows”.

Sarà appunto un copilota capace di svolgere compiti in autonomia, semplificando il lavoro e lasciando all’operatore più libertà per i compiti davvero importanti.
L’interesse per l’aumento delle prestazioni lavorative grazie alle IA è il trend del momento.

In concreto, si presenterà come una nuova icona nella barra del menu Start, di forma molto simile a quella del logo di OpenAI (l’azienda che sviluppa ChatGPT), ma blu, colore tipico di Windows 11.
Microsoft ha infatti creduto in OpenAi da subito, diventando sua partner ed investendo enormemente su di lei (10 miliardi di dollari) ed integrandola nel suo business.
Quando l’utente cliccherà sull’icona, apparirà una sidebar sulla destra dello schermo con il chatbot (il copilota) che eseguirà comandi e darà risposte all’utente sotto forma di dialogo.
Sarà un vero e proprio strumento per la produttività, disponibile sin dall’avvio, sempre pronto a entrare in azione. L’assistente digitale rimarrà disponibile nella barra laterale anche quando ci si muove tra cartelle, software, applicazioni, finestre e utilità, per fornire informazioni immediatamente ed in maniera colloquiale.
Essendo integrato a livello di sistema, garantisce un’esperienza lineare: l’utente potrà fare ogni operazione senza uscire dall’interfaccia della chat.
L’IA rivestirà un ruolo sempre più centrale nell’ottimizzazione e nell’arricchimento delle esperienze di ciascuno.



COSA POTRA’ FARE

Copilot potrà fare molte cose: basterà chiedergliele tramite la chat. Per esempio:
– realizzare la bozza di un documento di testo seguendo le indicazioni fornite
riassumere, spiegare o riscrivere un documento: basterà trascinare nella barra un file pdf, word, immagine o screenshot.
– progettare un PowerPoint
rispondere a domande complesse in modo testuale e allegando foto e video
effettuare ricerche in rete (come un normale motore di ricerca) fornendo fonti e contenuti (es: per generare un report, lasciando all’utente solo il compito di correggerlo)
– analizzare dati e produrre grafici su Excel
– organizzare e smistare la posta su Outlook, generare messaggi di risposta coerenti
– agire sulle impostazioni del PC (es: impostare un timer o la modalità scura)
– cercare un brano musicale su Spotify e riprodurlo, anche in base ai nostri gusti e preferenze
– creare un logo per un’attività commerciale – utilizzando Adobe Express – sempre modificabile e inoltrarlo
– prenotare ristoranti che offrono il booking online
– organizzare trasferte e viaggi: specificando la destinazione, Copilot troverà voli e alloggi per le date indicate, verificando anche i fusi orari
– accedere alla cronologia delle ricerche

Copilot si migliorerà costantemente, imparando con il tempo, anche grazie agli aggiornamenti che saranno resi disponibili.



I TEMPI e LA “GARACONTRO GOOGLE

Dopo l’annuncio ufficiale del 23/05 seguiranno test pubblici prima della distribuzione.
Copilot sarà disponibile a tutti gli utenti di Windows 11 a partire da giugno 2023, tramite Windows Update.

Impariamo insieme. Windows Copilot è potenziato dall’AI, quindi sorprese ed errori sono sempre possibili. Assicurati di controllare i fatti e di condividere i feedback affinché possiamo imparare e migliorare!”.

Con questo messaggio Microsoft fa intuire quanto sia importante cavalcare l’onda delle IA generative, anche se la tecnologia non è pronta al 100%.
Portando questo nuovo strumento già in Windows 11, Microsoft ha bruciato le tappe, senza attendere il futuro rilascio di Windows 12, ma arrivare sul mercato prima degli altri è troppo importante.
Il colosso americano sa che ora può raggiungere e superare il monopolio di Google, proponendosi finalmente dopo quasi 20 anni non più come il n. 2, ma come il soggetto da raggiungere.

E’ evidente che nel prossimo futuro potremmo avere un nuovo “collega” in ufficio e scopriremo con il tempo tutte le sue potenzialità, virtualmente infinite.
Siamo solo agli inizi!


*QUI trovate il post di presentazione.


Il caso ChatGPT


COS’E’ ChatGPT

In CRP Software stiamo seguendo con interesse il caso ChatGPT.

ChatGPT è il più noto software di intelligenza artificiale avanzata, creato dalla società statunitense OpenAI, in grado di simulare conversazioni umane, capace di “pensare” e rispondere esattamente come una persona.

Sebbene sia uno strumento estremamente complesso, si presenta come una normale chat, con una interfaccia minimale che rende l’utilizzo molto semplice, anche per chi non ha particolari competenze informatiche.
Funziona come una vera e propria chat: l’utente pone domande e il chatbot risponde, via via in modo sempre più esaustivo.
Utilizzare ChatGPT può essere un’interessante esperienza: conversare con questa intelligenza artificiale può migliorare la propria conoscenza su svariati argomenti o addirittura può aiutare a lavorare più velocemente (x es: creare contenuti come articoli, post, descrizioni di prodotti, recensioni, fare riassunti, etc).


LE CRITICITA’

Il Garante della Privacy Italiano ha però rilevato il mancato rispetto del regolamento europeo sulla Privacy e sul trattamento e protezione dei dati (GDPR), a causa della mancanza di un’informativa sulla raccolta dei dati personali e l’assenza di una base giuridica per raccoglierli e conservarli.
In sostanza OpenAI potrebbe utilizzare a suo piacimento i dati degli utenti, soprattutto per “addestrare e allenare” ulteriormente il ChatBot, rendendolo più “intelligente” e rapido nel dare risposte e le richieste fatte all’algoritmo potrebbero poi rimanere salvate sui server di OpenAI.
Senza contare che, al momento, il software non effettua controlli sull’età degli utenti (l’accesso avviene tramite autenticazione Microsoft o Google): permettendo quindi anche ai minori di 13 anni di accedere.
Inoltre le informazioni fornite da ChatGPT a volte sono errate: utilizzando fonti non verificate, può dare risposte sbagliate su persone, luoghi, aziende, eventi storici…


QUALCHE ESEMPIO

Qualche esempio concreto per comprendere meglio i pericoli legati alla Privacy:
– I dipendenti di OpenAI possono leggere ciò che si immette in ChatGPT (“Your conversations may be reviewed by our A.I. trainers to improve our systems”). Ecco che SAMSUNG ha subìto una fuga di dati su progetti industriali, perché alcuni suoi lavoratori hanno inserito codici di sicurezza di software aziendali per farli controllare dal ChatBot alla ricerca di eventuali errori. E’ stato anche caricato il video di una riunione, chiedendone all’Intelligenza Artificiale un riassunto scritto.
Questi dati di Samsung, che dovrebbero essere riservati, potrebbero invece rimanere registrati sui server di ChatGPT.

– Possiamo anche immaginare un medico che, per far analizzare un referto o riassumerlo, lo carichi in ChatGPT con nome e cognome del paziente.

– O ancora, pensiamo a un minore che, spinto dalla curiosità, si rivolga a questa chat per avere informazioni su argomenti delicati o pericolosi o fornire dati personali, pensando sia uno spazio privato, ricevendo risposte distorte o inidonee al suo grado di sviluppo e di auto-consapevolezza.


IL BLOCCO E LE CONDIZIONI PER IL RITORNO

Tutto ciò ha indotto OpenAI a disabilitare l’accesso per gli utenti italiani, finché non avrà regolarizzato la propria posizione legale.
Si tratta quindi di una autosospensione del servizio e non di un blocco imposto dal Garante, come spesso si legge.
Sembra inoltre che anche Canada, Germania, Francia e Irlanda stiano avviando istruttorie in tal senso.

Il 4 Aprile 2023 è iniziato il confronto tra OpenAI e il Garante della Privacy Italiano.
L’azienda americana ha confermato la sua volontà di collaborare con l’Autorità ed ha fatto pervenire alcune proposte per rendere il trattamento dei dati degli utenti conforme alla normativa Privacy.
OpenAI avrà fino al 30 Aprile per adempiere alle prescrizioni dettate dal Garante (dovrà essere pubblicata un’informativa privacy chiara, facile da leggere e consultabile prima di procedere alla registrazione) oppure il servizio rimarrà sospeso e potrebbero arrivare multe.
E’ stato sottolineato come non vi sia intenzione di frenare lo sviluppo dell’AI e dell’innovazione tecnologica, ma i dati personali dei cittadini vanno tutelati. Un’operazione di trasparenza sembra davvero indispensabile.

Siamo curiosi di scoprire come finirà la vicenda, rimaniamo sintonizzati!