SOS EMERGENZE: le funzioni Apple utili se siamo in pericolo


Prima di partire le vacanze, magari per visitare luoghi in cui non siamo mai stati e che non conosciamo bene, può essere utile ricordarsi dell’esistenza di alcune funzioni iPhone che possono esserci d’aiuto in caso di pericolo.



SOS EMERGENZE

Chi possiede un iPhone 14* può contare sulla funzione di connettività satellitare (disponibile in Italia da fine Marzo 2023) che ha già salvato molte vite nel mondo.

Chi si trovasse in una situazione di criticità in un’area non coperta da internet/Wi-Fi e rete telefonica, potrà comunque contattare i soccorsi tramite satellite.
La procedura è molto semplice e dura pochi minuti, quindi fattibile anche se la batteria ha poca carica.

Come funziona? Se si cercasse di chiamare un numero di emergenza in assenza di copertura di rete, l’iPhone rileverebbe l’impossibilità di contatto, cercando allora di contattare il servizio di cui si ha bisogno tramite satellite.

Basterà cliccare su “Messaggio di emergenza tramite satellite”.
Posizionandosi all’aperto e tenendo semplicemente in mano il telefono come d’abitudine (senza alzare il braccio o tenere il dispositivo in alto) si attiverà la ricerca del segnale ed il dispositivo suggerirà in che direzione girarsi per intercettarlo al meglio.
Occorrerà poi rispondere con semplici tap alle domande che l’app pone per chiarire la situazione: si può scegliere tra Problema con l’auto – Malore o Lesione – Reato – Persone smarrite o intrappolate – Incendio e specificare chi ha bisogno: Io – Qualcun altro – Più persone.
Una volta stabilita la connessione, l’iPhone avvia una conversazione di testo con i servizi di soccorso e potrà condividere con loro la posizione (anche altitudine), durata della batteria, le risposte alle domande date in precedenza e la propria cartella clinica (che è consigliabile compilare al momento dell’acquisto dell’iPhone: torna utile in caso di ferimento).

Va tenuto presente però che tramite connessione satellitare occorre più tempo per inviare un messaggio: da 15 secondi in condizioni ideali (cielo terso e orizzonte visibile), a più di 1 minuto in presenza di alberi, specie se con fogliame denso. Anche l’ambiente circostante può influenzare o bloccare la connessione (presenza di monti, colline, canyon).

Si potrà anche scegliere di avvisare i propri contatti di emergenza (che andrebbero inseriti al momento dell’acquisto). Questa funzione è gratuita per 2 anni dall’attivazione del telefono, dopo di che diventerà a pagamento, ma non sono ancora noti i costi.
E’ importante sapere che si può anche provare la DEMO di questa nuova funzionalità, per essere preparati in caso di necessità.

Similmente, con l’app Dov’è si può condividere la propria posizione** con i propri contatti, sempre tramite satellite, quando non c’è campo.


Testimonianze

Come dicevamo, la funzione SOS Emergenze ha già salvato molte persone, come un gruppo di giovani californiani che stava facendo un’escursione in un canyon della propria zona. Dopo 3 ore, resisi conto di essersi persi e bloccati di fronte a una scalata per la quale non erano attrezzati, hanno potuto contattare i soccorsi solo grazie a questa funzione. Se fossero rimasti in quelle condizioni per altro tempo, vestiti solo con t-shirts e pantaloncini, avrebbero potuto soccombere alle basse temperature notturne.

In Italia invece il servizio SOS Emergenze ha salvato due turisti che si erano persi nei boschi del Mugello, in una zona senza copertura di rete: così il 112 e i Vigili del fuoco sono potuti intervenire, recuperandoli.



FUNZIONE CRASH DETECTION

Quest’ulteriore innovativa funzione presente sugli iPhone è in grado di rilevare un incidente stradale (o una brutta caduta) e chiamare automaticamente i soccorsi, cosa fondamentale se l’utente perde i sensi o sia impossibilitato a telefonare per altri motivi.
Tutto questo è possibile grazie a vari sensori incorporati nell’hardware dello smartphone: un accelerometro (che rileva l’accelerazione), un giroscopio (che rileva i movimenti del device nello spazio), il microfono (che riconosce i rumori forti) e il GPS (che rileva improvvisi cambi di velocità).


Ogni novità tecnologica che aumenta la sicurezza delle persone è sempre ben accolta.
Sicuramente i possessori di iPhone possono sentirsi più sicuri e protetti, ma confidiamo che servizi di questo tipo verranno resi disponibili su sempre più larga scala, viste la loro indiscutibile utilità.




* o anche iPhone 14 pro con iOS 16.4 o versioni successive
** Tali posizioni condivise sono protette con crittografia end‑to‑end e non possono essere lette da Apple


TECNOLOGIA FAST: guarderemo la TV “gratis”?

Da qualche tempo sta avanzando la tecnologia “FAST” (Free Ad-supported Streaming Television).
Questo fenomeno riguarda alcuni dei maggiori produttori di televisori che si stanno trasformando in distributori di pubblicità. In che modo? Creando piattaforme di contenuti gratuite, il cui unico “prezzo” è la visione di spot.



PIATTAFORME LG E SAMSUNG

LG ha annunciato di voler investire 700 milioni di euro nei prossimi 5 anni per potenziare la sua piattaforma, LG Channels, che oggi conta 48 milioni di utenti (più che raddoppiati rispetto l’anno scorso).
LG Channels è un servizio gratuito nato nel 2019 che oggi possiede 100 canali gratuiti, alcuni in italiano, disponibile su tutte le Smart TV dotate di sistema operativo WebOS (non per forza di marca LG).
In futuro i suoi canali potranno essere visti anche su altri dispositivi, perfino sui frigoriferi smart: ogni device dotato di schermo potrà mostrarne i contenuti gratuiti con pubblicità.

Anche la concorrente Samsung è entrata in questa mentalità. La sua piattaforma Smasung TV Plus è nata nel 2019 e ad oggi trasmette gratuitamente 90 canali (in inglese e italiano) in cambio della visione di pubblicità, sfruttando il suo sistema operativo Tizen OS. Non solo: Tizen OS viene dato in licenza ad altri produttori di TV, per aumentare sempre più il numero di dispositivi che possano supportare Samsung TV Plus.
Ma non solo le big tech si sono lanciate in questa avventura: anche altri produttori minori di hardware, come Hisense e Sony, hanno lanciato le proprie piattaforme “FAST”, tra cui anche Pluto Tv e Rakuten tv.



LA RIVOLUZIONE NEL MODO DI GUARDARE LA TV

Questo recente trend sembra essere molto apprezzato dai telespettatori, che approvano di buon grado il poter vedere contenuti premium in cambio di qualche spot pubblicitario. I motivi?
– La sempre maggiore diffusione di Smart TV le rende strumenti familiari agli utenti
– Le troppe piattaforme streaming on demand: tra Netflix, Prime Video, Disney +, Paramount etc, occorrerebbero vari abbonamenti per seguire le serie TV più interessanti. Ma c’è un limite al numero di abbonamento che gli spettatori son disposti a pagare!
– I continui rincari degli abbonamenti stanno facendo scappare gli utenti: sempre meno persone sono disposte a pagare per la visione di contenuti adv-free.



IL CASO “TELLY

Ancor più interessante è la soluzione offerta dalla startup americana Telly, che regala Smart TV in cambio della visione di spot pubblicitari, raccogliendo informazioni personali.

Una massima recita: “Se non stai pagando per un prodotto, allora il prodotto sei tu”.
Sembra proprio questo il caso: i televisori offerti da Telly (dotati di uno schermo principale collocato sopra ad uno più piccolo che trasmette pubblicità) non sono propriamente gratuiti, ma pagati con i propri dati. Telly mette apertamente tutti al corrente del fatto che l’elettrodomestico possa raccogliere informazioni sui contenuti guardati, durata e frequenza delle sessioni, tracciare le ricerche fatte, le impostazioni, le preferenze etc, condividendo il tutto con inserzionisti e partner esterni.

Telly, in sostanza, dà per assodato che la gente sia già rassegnata a cedere i propri dati in cambio di maggiore comodità (dopotutto anche gli smartphone lo fanno, bombardandoci di annunci personalizzati!).
Visto che in ogni caso su un televisore verranno visualizzati degli spot, tanto vale averlo gratuitamente.
Saranno le famiglie a basso reddito a venire attirate maggiormente da questa iniziativa, rinunciando alla propria privacy pur di risparmiare.


LE PROSPETTIVE

Nei prossimi mesi le big tech cercheranno di spingere il più possibile le proprie piattaforme FAST: è previsto che il volume dei ricavi del mercato FAST per il 2023 ammonterà a 6,3 miliardi di dollari (di cui l’80% negli USA) e si prospetta addirittura che entro il 2027 raddoppierà.

Nel prossimo futuro, quindi, le TV saranno gratis?
Non è escluso: magari potremmo averle in comodato d’uso gratuito o acquistarle con forti sconti, a patto di utilizzare piattaforme FAST.

Per ora in Europa il mercato FAST è agli esordi ma è destinato a crescere, visto che l’offerta dei canali di streaming gratuiti sostenuti dalla pubblicità sta aumentando velocemente.

Torneremo sul tema per commentarne gli sviluppi.


NASCE L’INAD: PEC obbligatoria per tutti gli italiani?

Il 2023 continua a rivelarsi un anno pieno di novità tecnologiche per il nostro Paese.
Il 6 giugno è infatti nato l’INAD, l’Indice Nazionale dei Domicili Digitali, uno strumento destinato a rivoluzionare e facilitare il sistema di comunicazioni tra Pubblica Amministrazione e cittadini.



COS’E’ L’INAD

Si tratta di una nuova piattaforma online su cui, dal 6 giugno, possono registrarsi ed eleggere il proprio domicilio digitale le persone fisiche con almeno 18 anni di età e la capacità di agire, i professionisti ed enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione in albi o nel registro delle imprese. Un domicilio digitale è sostanzialmente l’indirizzo elettronico eletto presso un servizio di Posta Elettronica Certificata.

La registrazione è semplice e gratuita: condizione necessaria è solo quella di essere già titolari di un indirizzo PEC per eleggerla a domicilio (non è possibile attivarne una contestualmente alla registrazione). Basta collegarsi al sito https://domiciliodigitale.gov.it, accedere con SPID, CIE o CNS ed inserire il proprio recapito certificato.

Tutti gli indirizzi PEC dei professionisti presenti in INI-PEC sono stati invece già importati automaticamente su INAD ed eletti a domicili digitali di persone fisiche senza bisogno di registrazione (restando salva ovviamente la possibilità di fare modifiche).

Si potrà gestire il proprio account in completa autonomia: in qualsiasi momento si potrà indicare un’altra PEC o cancellarla definitivamente. Ad ogni modo, essendo personale, il domicilio digitale non può essere condiviso con altri, nemmeno con conviventi dello stesso nucleo familiare.



A COSA SERVE

A partire dal 6 luglio, tutte le comunicazioni aventi valore legale da parte delle P.A. verranno inviate sul proprio domicilio digitale – cioè sulla propria PEC.
Per inviare comunicazioni ufficiali (come detrazioni e rimborsi fiscali, accertamenti, verbali di sanzioni amministrative, multe, cartelle di pagamento e tutte le altre comunicazioni con valore legale), le P.A. dovranno prima accertarsi che non esista un indirizzo PEC della persona da contattare (tramite INAD); solo non trovandolo potranno procedere con l’invio cartaceo all’indirizzo fisico.
La consultazione dell’INAD, disponibile dal 6 luglio, è gratuita e consentita a chiunque, senza necessità di autenticazione: per cercare un soggetto basta conoscerne il codice fiscale.



I VANTAGGI

Gli Enti, sostituendo completamente le raccomandate, vedranno azzerati i costi di notifica (carta, buste, stampa, francobolli, spese di invio tramite servizi postali).
Avranno inoltre conferma immediata della ricezione da parte del cittadino e potranno automatizzare le notifiche.

Dal lato dei cittadini, eleggendo il domicilio digitale e ricevendo le comunicazioni sulla propria PEC, avranno a disposizione in tempo reale la documentazione, senza ritardi o problemi relativi al mancato recapito e senza doverla recuperare fisicamente, facendo la fila in posta, sprecando tempo e carburante. Probabilmente l’unico svantaggio per il cittadino sarà quello di dover controllare regolarmente la PEC.

Insomma, il sistema PEC-INAD sarà semplice, veloce, sicuro, economico ed ecologico.


COSA SUCCEDE SE NON CI SI ISCRIVE

Dato che possedere una PEC e registrarsi all’INAD sono procedure volontarie, per il momento non ci sono conseguenze concrete o sanzioni per chi non si attiva in questo senso: chi non si è ancora dotato di PEC e non è iscritto all’INAD, nei prossimi mesi continuerà a ricevere le comunicazioni tramite posta tradizionale.

Tuttavia a partire dal 30 novembre* è estremamente probabile che le notifiche diventino esclusivamente digitali e che la P.A. non invierà più comunicazioni cartacee.
Diventerà sostanzialmente obbligatorio attivare una PEC e iscriversi all’INAD.
Ci troviamo dunque in un periodo transitorio, istituito da un emendamento al Decreto PA, che dà ai cittadini il tempo di dotarsi di una PEC, che comunque è uno strumento già molto diffuso in Italia (sono 14,4 milioni gli account attivi).

Certo, chi ha poca dimestichezza con i dispositivi informatici o non ha accesso a internet potrebbe trovare qualche difficoltà. Inoltre non è ancora del tutto chiaro cosa succederà dopo il 30 novembre: se si potrà continuare a ricevere comunicazioni cartacee, probabilmente i costi di notifica saranno a carico dei destinatari. Rimaniamo tutti in attesa di chiarimenti.

Il periodo di transizione comunque sarà utile anche alle amministrazioni per organizzarsi in vista del passaggio a questo nuovo sistema informatizzato, e sarà poi anche un periodo “di prova” per capire quanti cittadini si interesseranno a questo strumento, e verificare se davvero i costi diminuiranno.



Sicuramente l’INAD farà avvicinare i privati alla Posta Certificata, che costituirà un canale preferenziale, semplice e veloce, per comunicare con la P.A. e avrà un ruolo cruciale nella trasformazione tecnologica del nostro Paese.
Vediamo un grande potenziale in questa operazione: scopriremo in che modo Enti e i cittadini lo sfrutteranno.





* da un emendamento al D.L. n. 44 del 22/04/2023 (Decreto PA-Omnibus)


IT-ALERT: il test anche in Emilia Romagna


Dopo Toscana, Sardegna, Sicilia e Calabria, il test per il nuovo sistema di allarme pubblico nazionale è stato programmato anche per l’Emilia Romagna: l’appuntamento è per le ore 12.00 di lunedì 10 luglio.


COS’E’ IT-ALERT

E’ il sistema di allarme pubblico di cui si sta dotando l’Italia. Diverrà operativo sul territorio nazionale dal 2024 e informerà coloro che si troveranno in un’area interessata da gravi emergenze – imminenti o in corso – direttamente sui propri dispositivi mobili.

I casi in cui l’IT-alert verrà attivato dalla Protezione Civile sono 6:
– maremoto generato da un sisma
– collasso di una grande diga
– attività vulcanica (per Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli)
– incidenti nucleari  o emergenze radiologiche
– incidenti rilevanti in stabilimenti industriali
– precipitazioni intense



COME FUNZIONA

Il sistema funziona attraverso la tecnologia cell-broadcast, ovvero i messaggi IT-alert vengono inviati a tutti i dispositivi che agganciano celle telefoniche che si trovano geograficamente nell’area interessata dal un’emergenza. Questa tecnica ha il vantaggio di funzionare anche quando la banda telefonica è congestionata.
Non è necessario registrarsi o scaricare alcuna applicazione ed il servizio è anonimo e gratuito (non serve dunque avere credito sulla SIM).
Per ricevere l’avviso IT-alert basta trovarsi nella zona interessata e possedere un dispositivo mobile connesso alle reti di telefonia.
Il device dev’essere semplicemente acceso, carico e avere campo: non dovrà trovarsi in modalità aereo e comunque non servirà attivare la geolocalizzazione.

NOTA BENE: Quando la notifica IT-alert arriva, blocca temporaneamente tutte le altre funzionalità del dispositivo. Per riportarlo alle condizioni ordinarie di utilizzo è necessario toccarlo in corrispondenza della notifica per confermare la ricezione.

Come ogni tecnologia, però, anche questa presenta dei limiti: una nota recita “è possibile che un messaggio indirizzato a un’area possa raggiungere anche utenti che si trovano al di fuori della stessa (overshooting) oppure che in aree senza copertura il messaggio non venga recapitato. Inoltre, i dispositivi potrebbero non suonare se la suoneria è impostata in modalità silenziosa. In alcuni casi l’utilizzo di una vecchia versione del sistema operativo può comportare problemi nella ricezione dei messaggi“.

Dunque, cosa succederà concretamente lunedì prossimo a chi si trova nella regione dell’aceto balsamico e del Sangiovese?
Arriverà un messaggio di prova (che NON è un SMS) su tutti i dispositivi presenti in Emilia-Romagna collegati a reti telefoniche, che squilleranno contemporaneamente, con un suono diverso rispetto a quello delle normali notifiche.
Ribadendo che si tratta solo di un test, nessuno dovrà preoccuparsi: basterà leggere il messaggio che solo a quel punto si cancellerà.

Sul sito dedicato sarà disponibile un questionario: siamo tutti invitati a rispondere, volontariamente, per aiutare il Dipartimento di Protezione Civile ad affinare il sistema e rendere questo strumento sempre più efficace.
In effetti a sole 2 ore dal test svoltosi in Toscana il 28 giugno, erano già stati raccolti più di 140.000 feedback. Grazie a ciò ci si è resi conto che alcuni dispositivi non avevano ricevuto il messaggio, mentre altri lo ricevevano ripetutamente, anche in base alle diverse tipologie di telefono e sistema operativo.


LA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE

Per diffondere la notizia del test, la Regione Emilia Romagna ha informato direttamente Prefetture, Comuni, Province, Anci, Vigili del Fuoco, Carabinieri Forestali e Uffici scolastici.
E’ stato attuato un piano di comunicazione sia on-line, attraverso post, stories e reel sui canali social regionali, sia su radio e TV (canali RAI).

L’obiettivo dei test effettuati durante il 2023 nelle varie Regioni Italiane è anche quello di far conoscere alla popolazione IT-alert come nuovo sistema di allarme pubblico che integrerà i metodi di comunicazione regionali già in uso, riuscendo a raggiungere quanti più destinatari possibili, residenti e non residenti.
Nei prossimi mesi del 2023 anche tutte le restanti Regioni italiane effettueranno la sperimentazione.

Maggiori informazioni sono reperibili sul sito www.IT-alert.it, nella sezione FAQ o al numero verde della Protezione Civile 800 840 840.

Sicuramente IT-alert è uno strumento potente che informerà in modo rapido sulle emergenze e darà l’allarme, ma è bene ricordare quanto siano importanti anche la prevenzione, la conoscenza del proprio territorio, dei comportamenti da adottare e delle buone pratiche di protezione civile, come recita un comunicato stampa.


Link utili:
www.protezionecivile.regione.emilia-romagna.it/IT-alert-er
www.IT-alert-it/it/faq
www.regione.emilia-romagna.it/notizie/2023/luglio/IT-alert-lunedi-10-luglio-test-anche-in-emilia-romagna-per-il-nuovo-sistema-di-allarme-pubblico-nazionale