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Neuralink: Elon Musk installa il primo impianto cerebrale nell’uomo

NEURALINK E I SUOI OBIETTIVI

Neuralink – l’azienda di Elon Musk fondata nel 2016 a Freemont (California) che si occupa di ricerca e sviluppo di impianti cerebrali – ha installato il suo primo impianto cerebrale in un essere umano domenica scorsa, il 28 gennaio.

Il suo obiettivo è quello di sviluppare interfacce neurali: sistemi per mettere in comunicazione il cervello con dispositivi esterni, come i computer.

Gli scopi sono ambiziosi e futuristici. Per primo quello di curare disturbi neurologici grazie ad un ponte tra cervello e computer, per consentire ai pazienti con paralisi, SLA o Parkinson di recuperare le proprie funzionalità, tornando a muovere correttamente gli arti, recuperando la vista o attivando apparecchi digitali con la mente.

Il secondo, quasi un sogno, è quello di potenziare il cervello umano in modo che possa, per esempio, accedere in un istante a tutte le informazioni memorizzate su un computer. La tecnologia permetterà dunque un giorno di andare oltre alle capacità di un normale corpo umano, realizzando un’integrazione uomo-macchina.


Negli scorsi anni erano già stati fatti test sugli animali, come maiali e scimmie, e finalmente a maggio 2023 la FDA (Food and Drug Administration), l’agenzia federale americana che autorizza farmaci e trattamenti sanitari innovativi, ha dato il via libera ai test su esseri umani, e così a settembre 2023 si era aperta la ricerca dei volontari.


TELEPATHY: IL PRIMO IMPIANTO SU UN ESSERE UMANO

Come abbiamo detto, il 28 gennaio è stato installato per la prima volta un microchip Neuralink su un essere umano, un volontario tetraplegico di cui non si conosce l’identità.
Il nome commerciale del dispositivo è Telepathy.
Musk ha commentato l’operazione dicendo che il paziente si sta riprendendo con risultati iniziali promettenti ma saranno necessari mesi per collezionare più dati.
Se tutto andrà come previsto, il paziente potrà controllare il cursore di un computer con la propria mente e comunicare con più facilità, per esempio componendo testi.

Il chip è grande come una moneta da cui partono 64 fili sottilissimi e 1024 elettrodi superflessibili.
Per collegare Telepathy ai neuroni del paziente occorre utilizzare un robot chirurgico ad alta precisione (anch’esso sviluppato da Neuralink): solo un macchinario del genere può impiantare fili microscopici usando un ago più sottile di un capello.

Se questo e i futuri esperimenti funzioneranno e si confermeranno sicuri per i pazienti, Neuralink potrà essere autorizzata dalla FDA a commercializzare i propri dispositivi. Il prezzo previsto per un impianto sarà di 40.000 $, mentre il costo di produzione è di circa 10.000 $.
Non si conoscono ancora tuttavia le modalità e i costi per la manutenzione del microchip.


LE ALTRE STARTUP DI NEURO-IMPIANTI

Neuralink non è l’unica azienda che si occupa di impianti cerebrali – negli USA ce ne sono almeno altre otto – ma lei è la più avanzata.
Troviamo per esempio Paradromics, Synchron, Precision Neuroscience e Blackrock Neurotech, che hanno raccolto finanziamenti per centinaia di milioni di dollari grazie a investitori come Bill Gates e Jeff Bezos.
In Europa abbiamo invece l’azienda olandese Onward e Clinatec in Francia.
In effetti sono già in uso alcune tecnologie elettroniche cerebrali sui pazienti epilettici che vengono curati inserendo nel cervello sistemi che mandano segnali elettrici.


Come è stato detto su Twitter (ora X), Elon Musk si riconferma “un pioniere che esplora le frontiere più misteriose e affascinanti: quella dello Spazio e, ora, quella della mente“.
Chissà se un giorno riuscirà a donare alla mente umana una vita quasi eterna, sebbene i nostri corpi non lo siano.



Microsoft cambia le tastiere dei PC, dopo 30 anni

Nel settembre del 1994 Microsoft ha introdotto il tasto con il famoso logo di Windows. Si tratta di quel tasto in basso a sinistra sulle tastiere, al terzultimo slot partendo da sinistra dell’ultima riga, tra Fn e l’Alt, con il simbolo dei quattro quadratini. Probabilmente non è un tasto che si usa così spesso, tuttavia si trova lì da quasi 30 anni, da quando apparì sulla Naturak Keyboard che vendette oltre 100.000 unità in pochi mesi.
Il tasto windows, se premuto, permette di interagire appunto con Windows, facendo apparire il menu da cui aprire programmi o spegnere il PC.


Oggi Microsoft sta per introdurre un nuovo tasto, quello per lanciare il chatbot Copilot* e attivare funzioni di intelligenza artificiale. Avrà l’aspetto di un anello aperto e si troverà a destra della barra spaziatrice e sarà una parte fondamentale del PC perchè sarà il punto di ingresso nel mondo dell’IA sui computer.
Per utilizzare questo pulsante gli utenti dovranno accedere al proprio account Microsoft.
Una volta invocato Copilot si potranno fare domande, trovare informazioni e suggerimenti, eseguire azioni sul sistma operativo, disporre di un assistente personale.

Le prime tastiere e dispositivi con questa nuova configurazione arriveranno in primavera, non solo a marchio Microsoft ma anche di altri produttori.



UN ASSISTENTE DIGITALE

Il nuovo bottone fa parte di una più ampia operazione di rivoluzione dei PC: Microsoft ha l’obiettivo di integrare del tutto l’intelligenza artificiale nei laptop, dal sistema all’hardware. Sembra che il 2024 sarà l’anno dei computer AI, grazie ai quali l’esperienza di elaborazione delle persone non sarà solo più semplice ma addirittura amplificata.

Come abbiamo visto anche in precedenza (qui*), Copilot cambierà il modo di lavorare: si potranno fare traduzioni in tempo reale, agire sull’audio/video, automatizzare attività ripetitive…
In Word l’assistente di Microsoft può offrire bozze di testo da dover solo modificare, risparmiando ore di scrittura e ricerca. In Power Point creerà presentazioni partendo da una semplice richiesta o basandosi su documenti esistenti.
In Excel potrà creare grafici. I Outlook smisterà la posta. In Teams potrà riassumere i punti chiave delle riunioni, trascrivere chi ha detto cosa, capire chi era o non era d’accordo su un tema.

Al momento Copilot è già interato nel browser Edge, nella ricerca Bing e nel S.O. Windows 11, ma è in arrivo anche su Paint e ClipChamp.

Copilot si basa su GPT-4 e su Dall-E 3 di OpenAI, startup finanziata da Microsoft. Oggi il business dell’intelligenza artificiale generativa vale quasi 4 trilioni e mezzo di dollari l’anno, e Microsoft non vuole restare indietro.


Noi ci abitueremo senz’altro a questo nuovo tasto che, lanciando l’intelligenza artificiale, promette di cambiare la vita degli utenti. Per il momento il cambiamento avverrà sulle tastiere, arrivando poi a cambiare totalmente i PC stessi per come li conosciamo.



AXIOM 3, la missione è partita. A bordo tanta italianità

Proprio ieri sera alle 22:49 italiane del 18 gennaio 2024 è partita la missione spaziale Axiom 3 (Ax-3) dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral. Il razzo Falcon 9 è stato lanciato con successo per portare in orbita la capsula Crew Dragon. Entrambi – razzo e capsula – sono prodotti da Space X, la società spaziale fondata da Elon Musk.

A bordo della navetta c’è un equipaggio interamente europeo, formato da 4 astronauti, tra cui il colonnello dell’Aeronautica Militare Italiana Walter Villadei con il ruolo di pilota, ottavo italiano a volare nello spazio, alla sua prima esperienza in orbita. Gli altri sono lo svedese Marcus Wandt della nuova classe di astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea, il primo astronauta turco Alper Gezeravic, e il comandante e Michael López-Alegría, spagnolo veterano di 5 missioni spaziali.
La capsula aggancerà la Stazione Stazione Internazionale (ISS) alle 11:15 italiane di sabato 20 gennaio.
Circa 2 ore dopo i quattro verranno accolti dai 7 astronauti già a bordo della ISS.



GLI ESPERIMENTI, SCOPO DELLA MISSIONE

Per la missione Ax-3 la permanenza sulla ISS sarà di 14 giorni. In queste due settimane verranno raccolti dati per 30 esperimenti, di cui 13 italiani, coordinati dall’Aeronautica Militare e dall’Agenzia Spaziale Italiana e realizzati in collaborazione con università, imprese ed enti di ricerca.

Le tematiche sono molte: telemedicina, fisiologia, tecnologia, elettronica, etc.

La missione AX-3 è stata definita una missione “Made in Italy” perché porta a bordo tanta italianità, per esperimenti e strumentazioni:
– l’azienda parmense Dallara ha sviluppato speciali materiali per proteggere gli astronauti. In questa occasione verrà valutata la loro adeguatezza
– verrà utilizzato un nuovo protocollo per migliorare l’efficienza neuronale di chi svolge attività stressanti studiato da Mental Economy, azienda di Lucca
– Gvm Assistance, azienda di Ravenna, monitorerà in tempo reale i parametri vitali di Villadei, per affinare tecniche di telemedicina
– la startup marchigiana Spacewear ha creato la speciale tuta che indosserà Villadei, composta da un tessuto hi-tech ignifugo e super-leggero e dotata di sensori per il monitoraggio dello stato di salute
– Barilla partecipa sia alimentando gli astronauti, sia con esperimenti su cottura e tempi di conservazione del cibo, per studiare come la microgravità influenza la preparazione del cibo e la percezione del gusto.



NEW SPACE ECONOMY: L’ERA DEI PRIVATI

E’ una data storica per l’Italia: il nostro Paese è, e vuol continuare ad essere, protagonista della new space economy.
In questa nuova epoca d’oro dello spazio – dimensione strategica con interessi politici, economici, scientifici e militari – entrano in campo i privati, come appunto Axiom Space, azienda privata texana che gestisce Axiom 3, la sua 3° missione organizzata verso la ISS.

Queste missioni sono dei precursori verso la creazione della futura stazione spaziale privata di Axiom Space in orbita: il primo modulo, in costruzione a Torino da parte di Thales Alenia Space, verrà lanciato nel 2026.
I vari moduli costruiti e lanciati nei prossimi anni verranno inizialmente attaccati alla ISS per poi separarsi e operare come una stazione spaziale commerciale a volo libero.

Con la partecipazione alla missione Axiom-3 l’Italia dimostra di avere la capacità e la voglia di essere un apripista, sottolineando quanto sia fondamentale la collaborazione tra pubblico e privati.

Mentre guardiamo curiosi verso il futuro, siamo orgogliosi che Villadei abbia portato con sè nello spazio tutto il nostro Paese.




IT WALLET: nel 2024 il debutto del portafoglio digitale

Il 2024 è l’anno in cui, salvo rinvii, diventerà operativo l’IT Wallet. Si tratta di un portafoglio digitale gratuito che di fatto sarà un’estensione dell’app IO. Ormai la conosciamo tutti: dopo averla utilizzata ampiamente con il Cashback e per ottenere il Green Pass Covid, viene costantemente aggiornata e ampliata e ad oggi, con 34 milioni di download, offre un vastissimo elenco di servizi, dal pagamento di multe e tributi alle mensilità delle mense scolastiche.

IT Wallet, che verrà appunto incorporato in IO, sarà un contenitore completo delle versioni elettroniche di tutti i documenti personali dei cittadini, autentiche e verificabili: patente, tessera sanitaria, carta d’identità, tessera elettorale, carta europea della disabilità e altri ancora. In un secondo momento verranno caricati anche passaporto, titoli di studio, licenze professionali.
I cittadini potranno inoltre caricare documenti firmati elettronicamente.
Per i professionisti sarà previsto un servizio a pagamento per ottenere attestazioni per candidarsi a bandi pubblici, titoli professionali per iscriversi agli albi, curriculum vitae e relazioni tecniche o perizie.
I documenti saranno protetti da un codice e da impronta digitale e potranno essere bloccati in caso di furto o smarrimento del telefono.

Lo scopo di questo “digital wallet” è quello di semplificare la comunicazione con la pubblica amministrazione e facilitare le operazioni per richiedere servizi pubblici: basteranno pochi tap sullo smartphone.
Tutto ciò velocizzerà moltissimo la presentazione di domande alla PA o la consultazione dei propri dati e documenti dematerializzati, potendoli condividere all’occorrenza in modo sicuro.

Questo interessante strumento sarebbe dovuto entrare in funzione l’anno scorso, ma in realtà sembra che sarà effettivamente disponibile da metà 2024: il Dipartimento per la Trasformazione Digitale, sotto la Presidenza del Consiglio, ci sta lavorando da mesi.


EUROPEAN DIGITAL IDENTITY WALLET

Anche l’UE ha un suo progetto, simile a quello italiano, per fornire a cittadini e imprese europei un sistema di verifica della propria identità che sarà riconosciuto all’interno di tutti gli Stati membri, ma che deve ancora venire realizzato. Permetterà di richiedere certificati medici, presentare dichiarazioni dei redditi, noleggiare auto, conservare documenti importanti e sensibili come i piani terapeutici. Non si dovranno più portare con sè tutti i documenti cartacei, essendo contenuti nel proprio cellulare
L’Italia in questo caso è in anticipo rispetto al resto dell’Unione.
Quando l’European Digital Wallet sarà ultimato, allora l’IT Wallet italiano verrà integrato con i sistemi europei, probabilmente entro il 2026, rendendo più facile le comunicazioni con le PA degli altri Paesi.



Nonostante tutte queste novità improntate sul digitale, bisognerà far attenzione a non tagliare fuori una parte di cittadini che non hanno dimestichezza con la tecnologia: è essenziale che continuino a funzionare anche i canali tradizionali come gli sportelli fisici sul territorio per avviare pratiche o chiedere informazioni.





ANCHE LINKEDIN INSERISCE LE SPUNTE BLU

Anche Linkedin, come ormai stanno facendo quasi tutti i social, ha inserito la possibilità di ottenere la spunta blu sul proprio profilo, ovvero il badge di verifica della propria identità. Dal 13 dicembre questa possibilità è disponibile anche in Italia.

La scelta è motivata da ragioni di trasparenza: l’autenticità online non è mai stata così importante.
Aumentano costantemente i casi di presentazioni fraudolente con persone che fingono di essere qualcun altro e alle aziende occorre essere certe di star interagendo effettivamente con un certo professionista.

Per Marcello Albergoni, Country Manager LinkedIn Italia “Linkedin ha l’obiettivo di offrire agli iscritti e clienti un ambiente professionale sicuro e affidabile in cui costruire la propria carriera e far crescere la propria attività. Questo ulteriore livello di verifica dell’identità aiuta i nostri utenti a prendere decisioni più informate sulla veridicità delle persone o aziende con cui si interagisce”.

La spunta blu verrà associata al proprio datore di lavoro e attesterà il fatto che l’iscritto sia davvero dipendente di quell’azienda. Linkedin inoltre non farà pagare alcunchè per avere il badge, cosa che invece è richiesta da altri social network, come X e Meta.

Il partner scelto per verifica dell’identità è Persona, società di San Francisco.
La procedura richiede giusto qualche minuto di tempo e occorre tenere a portata di mano un passaporto elettronico italiano con tecnologia NFC (chip) in corso di validità. 

Verrà richiesta una foto del passaporto e un proprio selfie; il nome riportato sul passaporto deve corrispondere a quello indicato sul profilo LinkedIn (che comunque non riceve dati biometrici, foto, numeri o date di scadenza o di emissione del documento).

Rimane comunque possibile in qualunque momento rimuovere la verifica dell’identità.

Al momento Linkedin conta 1 miliardo di iscritti e ritiene che entro il 2025 ci saranno almeno 100 milioni di membri verificati.

PARENTAL CONTROL: OBBLIGATORIO SULLE SIM DEI MINORENNI

Il Web è una straordinaria opportunità ma è anche fonte di pericoli, specialmente per chi è più vulnerabile e ingenuo. Negli ultimi anni, infatti, è cresciuta sempre più la preoccupazione per il rapporto tra il digitale e i giovani.
Per questo motivo l’AGCOM è intervenuta, approvando a gennaio le linee guida* per proteggere i minorenni sul web e che sono entrate in vigore il 21 Novembre.

Da adesso i gestori di telefonia e internet sono obbligati a mettere gratuitamente a disposizione dei clienti dei sistemi di controllo per filtrare i contenuti non adatti ai minori.

Sono 8 le categorie di contenuti che i genitori devono poter bloccare attraverso filtri gratuiti che gli operatori telefonici devono predisporre.

1) Contenuti per adulti
2) Gioco d’azzardo o scommesse
3) Armi (siti che divulgano informazioni o ne promuovono la vendita)
4) ​Violenza
5) Odio, intolleranza, discriminazioni
6) Pratiche dannose per la salute (es: uso di stupefacenti, alcol, tabacco etc)
7) Anonimato (siti che forniscono strumenti per rendere l’attività online non rintracciabile)
8) Sette

L’elenco ufficiale dei siti bloccati non è però ancora stato pubblicato.



COSA CAMBIA

Da adesso i sistemi di controllo parentale saranno attivati di default (e gratis) al momento dell’acquisto di SIM intestate a minorenni, e verrà attivata automaticamente sulle SIM già in uso.
Se invece la SIM è intestata a un genitore ma viene usata da un minorenne, si potrà attivare la limitazione di accesso a siti ritenuti inappropriati tramite l’area riservata del cliente sull’app/sito del gestore.

Ad ogni modo il sistema è flessibile: l’internet provider (ISP) deve obbligatoriamente bloccare a monte i contenuti che un utente minorenne non può visualizzare, ma è sempre fatta salva la possibilità per l’adulto di scegliere se disattivare il blocco, del tutto o in parte (es: solo per alcune categorie o impostare limiti di tempo di utilizzo di app), modificandone la configurazione, come dicevamo, tramite app o sito.

Ma l’accesso al web non avviene solo tramite smartphone: il blocco sulle connessioni di cui usufruiscono i minorenni riguarda anche tablet e computer. Il blocco è disponibile anche per le utenze internet domestiche tramite rete fissa, ma va attivato manualmente.

Gli ISP devono pubblicare guide chiare e offrire assistenza gratuita per l’attivazione, disattivazione e configurazione del parental control, attraverso call center.


I LIMITI

I Social Network, su cui possono girare contenuti come odio e discriminazione, non sono inclusi tra le categorie vietate dalla delibera AGCOM, perché gli obblighi che hanno i gestori di queste piattaforme derivano da altre normative, così come non lo sono i siti di News che possono certamente riportare notizie con informazioni su guerre e violenze. Al momento non è chiaro se siano previste sanzioni per gli operatori ISP che non ottemperano all’attivazione del blocco, ma dovranno in ogni caso versare un risarcimento in caso in cui un minore subisse un danno.






*La delibera AGCOM 9/23/CONS del 25 gennaio è denominata “Sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio”, finalizzata ad aiutare le famiglie, come soluzione gratuita e accessibile.




DAL 2027 OBBLIGO DI BATTERIE RIMOVIBILI ANCHE PER GLI SMARTPHONE

Il Parlamento e il Consiglio dell’Unione Europea hanno approvato il regolamento che dal 2027 obbligherà le aziende produttrici di dispositivi con batterie a far sì che queste siano facilmente rimovibili e sostituibili dall’utente finale.
Oggi in moltissimi casi le batterie sono inaccessibili possono essere rimosse solo con interventi meccanici complessi e non alla portata dell’utente finale (pensiamo ai cellulari, sempre più ricchi di componenti interne).

Le nuove norme si applicheranno a tutte le batterie: quelle dei veicoli elettrici come e-bike, monopattini e scooter, quelle di impianti di illuminazione o allarme e, non ultime, quelle di tablet, laptop e smartphone.
La normativa regolerà l’intero ciclo di vita delle batterie (produzione, riutilizzo e riciclo) e garantirà che siano sicure, sostenibili e competitive.

L’UE punta a dar vita a un’economia circolare per le batterie, sostenendo il recupero delle materie prime e minimizzare l’impatto ambientale: “Le batterie sono fondamentali per il processo di decarbonizzazione e ottenere trasporti a emissioni zero. Quelle fuori uso contengono risorse preziose che dobbiamo poter riutilizzare invece di affidarci a Paesi terzi per le forniture. Le nuove norme promuoveranno la competitività dell’industria europea e garantiranno che le nuove batterie siano sostenibili e contribuiscano alla transizione verde“, dice il ministro spagnolo per la Transizione ecologica.

I produttori di batterie parteciperanno direttamente alla raccolta di quelle non più utilizzabili: il 63% delle batterie che normalmente andrebbero in discarica dovrà essere raccolto entro la fine del 2023, fino arrivare al 73% entro il 2027, per recuperare quanto più litio possibile, essendo molto inquinante.

E’ previsto anche un obbligo di etichettatura: dovranno essere esplicitate le informazioni sull’impronta di carbonio e sul contenuto di componenti riciclati.



GLI SMARTPHONE

Nel settore degli smartphone sembra ci sarà un ritorno alle origini, quando il retro dei telefonini era rimovibile per poter togliere, mettere in carica e sostituire la batteria.
Questa normativa porterà a una svolta nel settore: sebbene il Regolamento riguardi solo gli apparecchi commercializzati in Europa, sicuramente i grandi produttori di cellulari saranno portati a riprogettare tutti i propri dispositivi in modo che integrino batterie rimovibili, proponendoli anche al resto del mondo. Difficilmente faranno convivere due linee produttive distinte, una per il mercato europeo e una per quello extra UE: sarà molto più conveniente uniformare la produzione.

E’ l’ennesima vittoria per le associazioni dei consumatori, che già hanno ottenuto che dal 2024 tutti gli Smartphone debbano essere compatibili con un caricatore unico.
Ora gli utenti potranno prolungare l’autonomia dei propri apparecchi (portando con sè batterie di riserva, sostituibili senza bisogno di particolari strumenti e in maniera semplice) sia la loro vita stessa, in quanto il componente più critico è proprio la batteria.

E’ ancora presto per ipotizzare come cambieranno i design degli smartphone: i produttori inizieranno a ragionare su come adattare i prodotti alle nuove linee guida tra qualche anno.



IL FUTURO

Le nuove norme porteranno a diversi cambiamenti.
Forse nel settore delle auto elettriche si introdurrà la modalità “swap” per le batterie, ovvero la sostituzione “al volo” e la rotazione delle stesse tra diversi mezzi, in alternativa all’uso delle colonnine di ricarica che comportano attese molto lunghe.

Si stima poi che entro il 2023 la domanda mondiale di batterie aumenterà moltissimo, mentre il prezzo si ridurrà.
Inoltre, incentivando il riciclo, la quasi totalità delle risorse usate per creare uno smartphone potrà essere riutilizzata, evitando gli sprechi delle preziose risorse contenute nelle batterie, dal momento che c’è un concreto rischio di esaurimento delle riserve.



IL SINDACO DI FERRARA VISITA CRP SOFTWARE

Il Sindaco di Ferrara Alan Fabbri in visita alla CRP Software in occasione del suo 37esimo anniversario.

Siamo orgogliosi di aver accolto il Sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, nella nostra sede proprio ieri, 9 Novembre.

Il Sindaco ed i suoi collaboratori hanno potuto incontrarci e vedere i nostri uffici.
Noi di CRP abbiamo presentato il nostro lavoro ed il nostro personale e raccontato le tante esperienze che abbiamo fatto in quasi 40 di attività.
E’ stato gratificante veder riconosciuto il nostro impegno decennale nel dover costantemente studiare per stare al passo con l’evoluzione tecnologica, concepire e creare prodotti moderni, adeguarci e integrare le novità come la fatturazione elettronica, le REM ecc.

CRP si è distinta anche per la presenza fisica del nostro personale nel territorio dell’Aquila per informatizzare un campo della Protezione Civile dopo il Terremoto in Abruzzo, e per l’aiuto dato ad alcuni clienti ferraresi dopo il terremoto del 2012.

Questo incontro ci ha dato molta soddisfazione, anche per aver potuto ragionare con le istituzioni sull’andamento del nostro settore nel nostro territorio.

Sul sito Cronaca Comune – il quotidiano online del Comune di Ferrara – è riportato il comunicato ufficiale.

E’ sempre importante per gli operatori economici sentire vicine le istituzioni: ringraziamo quindi il nostro Sindaco per il tempo che ci ha dedicato.



FINISCE L’ERA DI DVD e BLU-RAY

Sembra proprio che l’epoca dei DVD e Blu Ray stia tramontando: i tempi cambiano e il mercato si adegua alle evoluzioni della tecnologia.
L’Home entertainment di oggi è molto diverso da quello di 10-20 anni fa.
Se una volta era normale acquistare i VHS – poi soppiantati dai DVD/Blu-Ray – oggi guardiamo film e show con lo streaming. Ed è proprio lo streaming la causa del prossimo (e inevitabile) declino dei supporti fisici in generale: nel primo semestre del 2023 le vendite di DVD e Blu-Ray han subito un calo del 28% rispetto lo stesso periodo del 2022.

Molte major stanno abbandonando la produzione e la distribuzione di DVD: i costi alti e le vendite ridotte spingono gli investimenti sulla distribuzione digitale dei contenuti. Questa è la strada che stanno imboccando Disney, Netflix, Sony Pictures, Warner Bros, Best Buy e ne seguiranno sicuramente altri.

DISNEY E LO STOP IN OCEANIA

Disney ha annunciato che smetterà di rilasciare DVD e Blu-ray in Oceania. Per ora lo stop (che coinvolge anche le produzioni Marvel Studios e 20th Century Studios) riguarda solo questa regione, ma è solo il primo passo verso la chiusura totale del settore.
Disney punta dunque tutto sulla sua piattaforma streaming Disney+, che rende disponibili i suoi film dopo pochissimi mesi dall’uscita al cinema. Addirittura durante la pandemia i film Disney sono usciti solo sulla piattaforma, dal momento che i cinema erano chiusi.
L’Oceania fa da apripista verso questo radicale mutamento in quanto le vendite erano già al minimo.
L’ultimo film disponibile su supporto fisico in Australia e Nuova Zelanda è Guardiani della Galassia Vol. 3.
Il resto del mondo per il momento non è coinvolto da questo taglio netto, ma non ci stupiremo se nei prossimi anni lo stop si estenderà anche ad altri Paesi.


NETFLIX CHIUDE IL SERVIZIO DI CONSEGNA A DOMICILIO

A settembre 2023 Netflix ha interrotto il suo storico servizio di invio per posta di DVD: ormai il mercato dello streaming si impone totalmente. La consegna a domicilio non è più conveniente: il fatturato di Netflix nel 2022 è stato di 31 miliardi di dollari, ma solo 126 milioni derivanti dalle spedizioni di DVD e così, dopo 25 anni, il servizio chiude.


BEST BUY dal 2024 NON VENDERA’ PIU’ DVD

La famosissima catena di elettronica americana Best Buy smetterà di vendere DVD e Blu+Ray entro i primi 3 mesi del 2024, sia nei suoi oltre 1100 punti vendita sia online. Non sorprende questa scelta: nei suoi store fisici lo spazio dedicato ai DVD si stava restringendo sempre più e ultimamente non comparivano nemmeno le uscite più recenti.
Solo la vendita su supporto fisico di videogiochi continuerà.
Le opzioni che rimangono ai consumatori americani per acquistare DVD sono Walmart, Target o Amazon.



I VANTAGGI DI DVD e BLU-RAY

Se negli anni 2000 i VHS han ceduto il passo ai DVD – che offrivano immagini più chiare e non richiedevano il riavvolgimento – l’avvento dello Streaming sarà il colpevole del declino dei DVD.
Questa non è una buona notizia per gli appassionati di home cinema che amano le copie fisiche perchè offrono alcuni vantaggi rispetto alla visione on demand.
I DVD garantiscono immagini molto nitide, ricche di dettagli e con un audio pregevole. Lo streaming, invece, a causa della compressione necessaria per la trasmissione dei contenuti via internet senza buffering, non può rendere un’esperienza paragonabile.
Inoltre, solo con un supporto fisico si può dire di possedere per sempre un film, almeno finché si disporrà degli strumenti per poterlo guardare. Tuttavia, nell’era moderna lo streaming risulta molto più comodo, e la comodità vince su tutto il resto, infatti con la pandemia ha preso sempre più piede.
E’ probabile che DVD e Blu-Ray continueranno sopravvivere, diventando però prodotti di nicchia, per pochi appassionati o collezionisti, un po’ come i vinili nel mondo della musica.